Giuoco di bambini: io mi chiamo G

Album

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1970 Il signor G

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Testo Della Canzone

Giuoco di bambini: io mi chiamo G di Giorgio Gaber

(di Simonetta – Terzoli – Vaime)

È nato in un prato un fiore delicato,
Ú nato in un prato un fiore delicato.
È nato, Ú nato


a) Io mi chiamo G.
b) Io mi chiamo G.
a) Non hai capito, sono io che mi chiamo G.
b) Sei tu che non hai capito, mi chiamo G anch’io.
a) Ah. Il mio papà Ú molto importante.
b) Il mio papà no.
a) Il mio papà Ú forte, sano e intelligente.
b) Il mio papà Ú debole, malaticcio e un po’ scemo.
a) La mia mamma Ú molto bella assomiglia a Brigitte Bardot.
b) La mia mamma Ú brutta, bruttissima, la mia mamma assomiglia a
 la mia mamma non assomiglia!
a) Il mio papà ha tre lauree e parla perfettamente cinque lingue.
b) Il mio papà ha fatto la terza elementare e parla in dialetto, ma poco perché tartaglia.
a) Io sono figlio unico e vivo in una grande casa con diciotto locali spaziosi.
b) Io vivo in una casa piccola, praticamente un locale, però c’ho diciotto fratelli.
a) Il mio papà Ú molto ricco guadagna 31 miliardi al mese che diviso 31 che sono i giorni che ci sono in un mese, fa
 un miliardo al giorno.
b) Il mio papà Ú povero guadagna 10.000 al mese che diviso 31 che sono i giorni che ci sono in un mese fa, circa
 10.000 al giorno
 al primo giorno, poi dopo basta.

È nato in un prato un fiore colorato,
Ú nato in un prato un fiore già appassito,
il fiore colorato Ú stato concimato,
il fiore già appassito Ú stato trascurato.

Orbene affinché nel confronto quel fiore non ci perda diamogli un po’ di merda!

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