Il senso – Giorgio Gaber

Album

È contenuto nei seguenti album:

1985 Io se fossi Gaber
2002 Io se fossi Gaber (1985)
2002 Io se fossi Gaber 1985 – 2002

Testo Della Canzone

Il senso – Giorgio Gaber di Giorgio Gaber

di GaberLuporini

Secondo me è un periodo che non si capisce più niente. No, dico nelle conversazioni, no? Sia che si parli di noi, sia che si parli del mondo.
No, perché io posso anche capire che uno abbia delle idee politiche… beato lui. Che si spieghi. Ecco, che non dica parole che non vogliono dire niente… o tutto. Che poi io gli rispondo, e lui mi risponde, e io gli rispondo, e mi fa incazzare, e finisce che si litiga senza avere neanche capito bene di che cosa stiamo parlando.
Ordine ci vuole, ordine, a cominciare dalle parole. Bisogna ridargli un senso, specialmente a quelle parole soggette a cambiare nel tempo. Eh! Perché se uno dice “fascismo”, non è che si sa tanto bene cosa vuol dire, però l’altro capisce che non è una gran cosa. Perfetto, si sono accordati sul senso.
Ma se uno mi dice “democrazia”, io gli do lo stop: “Stop! Adesso tu mi dici se per te è una cosa buona o una schifezza!”. Allora lui mi spiega con altre parole e io: “Stop! Stop! Stop!”.
Mi evitano. Solo perché voglio che ci si accordi sul senso. Ma certo, anche per difendermi. Ma dico, se uno a tavola ti dice “compagno”, tu non sai se ti sta dando del cretino o no! Si potrebbe capire sapendo lui come la pensa, questo sì, ma se te lo dice uno per strada, eh? “compagno”… Dal tono forse:
“Compagno!”. Questo è chiaro.
“Compagnooo…”. Anche questo è chiaro.
“Compagno!”. Questo non si capisce, per esempio.
E poi, anche se si capisse, a questo punto non si sa più perché bisogna usare le parole. Basterebbe fare: “Heee… blll… huuu… huuu…”.
Bisogna decidere, su! O essere delle mucche o ridare un senso alle parole. Un senso storico. Perché è la storia che come sempre fa casino, capisci? Ti cambia da un giorno all’altro il significato delle parole, perché lei, la storia, c’ha un suo percorso, no? e allora tu prima di parlare con uno devi sapere a che punto sta lui della storia, no?
Io lo guardo un po’ poi gli faccio: “Tu dove stai?”.
Mi evitano.
E fanno male, perché non stanno attenti, sono disordinati. Ma dico io, se uno non sta dietro alle cose nell’arco di una vita una parola come “coppia”, ecco “coppia”, “coppia”… quando ero piccolo erano due persone che si volevano bene. Poi c’è stato un periodo che erano due persone… nemmeno due persone, era una schifezza proprio! Adesso sta rimontando, vedi? Per coppia si intende “coppia critica”, e cioè loro sanno che è una schifezza ma va bene così. Perfetto! Perfetto! Va benissimo, si sono accordati sull’imperfezione dell’amore, eh!
Amore? Stop! Bisognerebbe ridargli un senso. Anche le ragazze mi evitano.
Ma allora bisogna usare solo parole come cane, gatto, albero, cavallo! Ecco, se uno mi dice “cavallo” lo so cos’è, eh! Non mi diverto ma lo so. Eh sì, perché se la gente parlasse solo di animali, di verdure… di cassapanche, non si gode ma ci si capisce.
E invece allora parole di pace, di inflazione: stop! Energia, Einstein: stop! Cultura: stop! Sfratti, religione: stop! Politica: stop! Stop! Stop! Accordiamoci sul senso!
Il senso?
Ma che senso ha il senso?

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