740

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Testo Della Canzone

740 di Altoforno

Parodia di 7 e 40 di Lucio Battisti

E’ il venti di aprile dovrei compilare il sette e quaranta.
Non c’è molto tempo, l’aliquota sento e il fisco mi punta.
Guadagno mille e quattrocento con tutti gli straordinari;
L’affitto lo devo pagare, sai, i padroni son cari.

E nel fare le mie detrazioni mi sono scordato
quella visita dall’otorinolaringoiatro.
Ma ora basta io non pago più,
ti rendi conto anche tu,
ce l’hanno messo nel cul.
In un attimo prendo il fucile e mi do presto alla macchia,
chi m’acchiappa?
Senza spocchia, ah!
Da un minuto son quassù, su nel mio covo,
sono armato fino ai denti, ma però
sul nel cielo un elicottero già romba…
forse è solo suggestione, ma mi sganciano una bomba.
… E’ possibile che sappiano già tutto, gli han parlato
di me-di me-di me!

Con quell’elimezzo arrivano un pugno di teste di cuoio.
Attaccano all’alba si sono calati quando era ancor buio.
Irrompono nel mio capanno proprio mentre stavo cacando.
La merda è già tanta la pulirò col sette e quaranta.
E le teste di cuoio mi strappano il foglio di mano,
me lo sbattono in faccia io sento un odore un po’ strano.
Poi mi portano a San Vittore perché sono un evasore,
in cella di rigore, neanche le attenuanti dieci anni son tanti
di galera ah, di galera ah, …

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