Antenòr

Album

È contenuto nei seguenti album:

1981 Metropolis

Testo Della Canzone

Antenòr di Francesco Guccini

Si chiamava Antenòr e niente, si chiamava Antenòr e basta
perchè per certa gente non importa grado o casta,
importa come vivi, ma forse neanche quello,
importa se sai usare bene il laccio od il coltello…Antenòr uscì di casa, uscì di casa quella sera,
garrivano i suoi pensieri come fossero bandiera,
ma gli occhi erano fessura e il viso tirato a brutto,
come all’ età in cui credi d’aver fatto quasi tutto…

Un cavallo nitrì, ma quando? Una donna rise, ma dove?
La luna uno scudo bianco, un carro le stanghe in alto,
chitarra, ozio, parole, chitarra, ozio, parole,

la pampa un ricordo stanco, un mare quell’erba nera,
può darsi fosse romantico, ma lui non lo sapeva,
ma lui non lo sapeva, ma lui non lo sapeva…

Quella donna rideva ad ore, quella luna solo uno sputo
e per quel cavallo non avrebbe speso anche un minuto,
è difficile far rumore sulle cose che ci hai ogni giorno,
le tue braghe, il tuo sudore e l’odore che porti attorno…

La cantina era quasi vuota, scarsa d’ uomini e d’ allegria:
se straniero l’ avresti detta quasi piena di nostalgia.
Nostalgia ma di che cosa, d’ un oceano mai guardato,
di un’ Europa mai sentita, d’ un linguaggio mai parlato?

Antenòr chiese da bere e scambiò qualche saluto,
calmo e serio danzò tutto il rituale ormai saputo
uomo e uguale coi suoi pari quasi pari con gli anziani,
come breve quella sera, come lunghi i suoi domani.

Proprio allora qualcuno entrando nella luce da dentro al buio
lo insultò appena sussurrando, ma sembrava che stesse urlando
come per uno schiaffo, come per uno sputo…

Antenòr lo guardò sorpreso, lo studiò e non lo conosceva
e il motivo restò sospeso fra la gente ferma in attesa
e lui non lo sapeva, e lui non lo sapeva.

Poi sentì di una donna il nome, già scordato o non conosciuto
quante volte per altri è vita quello che per noi è un minuto;
guardò gli uomini per cercare occhi, dialogo, spiegazione,
ma se non trovò condanne, non trovò un’assoluzione…

Antenòr uscì di fuori bilanciando il suo coltello
per danzare malvolentieri passi e ritmi del duello:
una donna non ricordata ed un uomo mai visto prima
lo legavano tra loro come versi con la rima.

Fintò basso e scartò di lato, quanti sguardi sentì sul viso
si sentì migliore e stanco, si sentì come un sorriso
che serata tutta al contrario, proprio niente da ricordare,
puntò il ferro contro il viso, vide il sangue zampillare.

Tutto quanto era stato un lampo, Antenòr respirava forte
fece il gesto di offrir la mano, guardò l’altro e capì pian piano
che tutto era stato invano, che l’altro cercava morte

e capì che doveva farlo, farlo in fretta perchè non c’ era
un motivo per ammazzarlo, l’ altro cadde e non rispondeva
e lui non lo sapeva, e lui non lo sapeva.

Antenòr lo guardò cadere, sentì dire “la colpa è mia”,
sentì dire “è stato un uomo”, sentì dire “fuggi via!”
La giustizia disse “bandito”, ma un poeta gli avrebbe detto
che era come l’ Ebreo errante, come il Batavo maledetto…

Quante volte ci è capitato di trovarci di fronte a un muro,
quante volte abbiam picchiato, quante volte subito duro,
quante cose nate per sbaglio, quanti sbagli nati per caso,
quante volte l’ orizzonte non va oltre il nostro naso,

Quante volte ci sembra piana, mentre sotto gioca d’azzardo,
questa vita che ci birilla come bocce da biliardo,
questa cosa che non sappiamo, questo conto senza gli osti,
questo gioco da giocare fino in fondo a tutti i costi…

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Accordi

   
 sol re la7 re re7
 sol re la7 re sol la7 re

Si chiamava Antenòr e niente, si chiamava Antenòr e basta
      re                            la7
perchè per certa gente non importa grado o casta,
   re            re7         sol           sol7
importa come vivi, ma forse neanche quello,
  re                  mi-7          la7
importa se sai usare bene il laccio od il coltello...
  sol7                       re              la7

Antenòr uscì di casa, uscì di casa quella sera,
   re                        la7
garrivano i suoi pensieri come fossero bandiera,
  re                re7        sol        sol7
ma gli occhi erano fessura e il viso tirato a brutto,
       re                       mi-7          la7
come all'età in cui credi d'aver fatto quasi tutto...
 sol7                              sol   la7   re

Un cavallo nitrì, ma quando? Una donna rise, ma dove?
    sol                         la7
La luna uno scudo bianco, un carro le stanghe in alto,
  re       la7   re                  la7        re
chitarra, ozio, parole, chitarra, ozio, parole,
  sol            la7      mi7            la7

la pampa un ricordo stanco, un mare quell'erba nera,
  sol                         la7
può darsi fosse romantico, ma lui non lo sapeva,
    re    la7     sol  re  la7        sol  re
ma lui non lo sapeva, ma lui non lo sapeva...
 sol             la7   mi7             la7

Quella donna rideva ad ore, quella luna solo uno sputo
       re                          la7
e per quel cavallo non avrebbe speso anche un minuto,
     re           re7         sol              sol7
è difficile far rumore sulle cose che ci hai ogni giorno,
    re                       la7
le tue braghe, il tuo sudore e l'odore che porti attorno...
       sol7                       sol      la7    re

 sol re la7 re re7
 sol re la7 re sol la7 re

La cantina era quasi vuota, scarsa d'uomini e d'allegria:
      re                              la7
se straniero l'avresti detta quasi piena di nostalgia
       re               re7         sol            sol7
Nostalgia ma di che cosa, d'un oceano mai guardato,
  re                             mi-7          la7
di un'Europa mai sentita, d'un linguaggio mai parlato?
         sol7                       re             la7

Antenòr chiese da bere e scambiò qualche saluto,
   re                       la7
calmo e serio danzò tutto il rituale ormai saputo
        re          re7        sol           sol7
uomo e uguale coi suoi pari quasi pari con gli anziani,
        re                        mi-7           la7
come breve quella sera, come lunghi i suoi domani
     sol7                    sol      la7    re

Proprio allora qualcuno entrando nella luce da dentro al buio
        sol                            la7
lo insultò appena sussurrando, ma sembrava che stesse urlando
       re    la7      re                      la7      re
come per uno schiaffo, come per uno sputo...
 mi7          la7       sol          la7

Antenòr lo guardò sorpreso, lo studiò e non lo conosceva
   sol                        la7
e il motivo restò sospeso fra la gente ferma in attesa
       re   la7   sol   re        la7   sol       re
e lui non lo sapeva, e lui non lo sapeva
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Poi sentì di una donna il nome, già scordato o non conosciuto
       re                               la7
quante volte per altri è vita quello che per noi è un minuto;
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guardò gli uomini per cercare occhi, dialogo, spiegazione,
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ma se non trovò condanne, non trovò un'assoluzione...
     sol7                       sol    la7  re

 sol re la7 re re7
 sol re la7 re sol la7 re

Antenòr uscì di fuori bilanciando il suo coltello
   re                     la7
per danzare malvolentieri passi e ritmi del duello:
       re      re7                sol         sol7
una donna non ricordata ed un uomo mai visto prima
     re                       mi-7           la7
lo legavano tra loro come versi con la rima
  sol7                                re la7

Fintò basso e scartò di lato, quanti sguardi sentì sul viso
     re                             la7
si sentì migliore e stanco, si sentì come un sorriso
  re               re7           sol          sol7
che serata tutta al contrario, proprio niente da ricordare,
      re                               mi-7           la7
puntò il ferro contro il viso, vide il sangue zampillare.
         sol7                          sol    la7  re

Tutto quanto era stato un lampo, Antenòr respirava forte
      sol                            la7
fece il gesto di offrir la mano, guardò l'altro e capì pian piano
        re        la7      re                       la7     re
che tutto era stato invano, che l'altro cercava morte
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e capì che doveva farlo, farlo in fretta perchè non c'era
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un motivo per ammazzarlo, l'altro cadde e non rispondeva
     re   la7     sol re           la7     sol       re
e lui non lo sapeva, e lui non lo sapeva.
 mi7            la7   sol            la7

Antenòr lo guardò cadere, sentì dire "la colpa è mia",
    re                          la7
sentì dire "è stato un uomo", sentì dire "fuggi via!"
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La giustizia disse "bandito", ma un poeta gli avrebbe detto
     re                              la7
che era come l'Ebreo errante, come il Batavo maledetto...
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 sol re la7 re re7
 sol re la7 re sol la7 re

Quante volte ci è capitato di trovarci di fronte a un muro,
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quante volte abbiam picchiato, quante volte subito duro,
      re             re7             sol          sol7
quante cose nate per sbaglio, quanti sbagli nati per caso,
      re                            mi-7            la7
quante volte l'orizzonte non va oltre il nostro naso,
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Quante volte ci sembra piana, mentre sotto gioca d'azzardo,
       re                            la7
questa vita che ci birilla come bocce da biliardo,
      re            re7        sol        sol7
questa cosa che non sappiamo, questo conto senza gli osti,
      re                            mi-7            la7
questo gioco da giocare fino in fondo a tutti i costi...
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 sol re la7 re re7
 sol re la7 re sol la7 re

 

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