Antonio Rubino
“Raccontami o nonno stasera,
la storia più lunga che sai;
ma, bada, raccontala intera:
non voglio che termini mai!”.
“La storia più lunga che c’è
ti voglio stasera contare,
ma dura cent’anni, ed ahimé!
cent’anni son lunghi a passare!”.
“Cent’anni, lo so, duran molto,
ma sveglio cent’anni starò.
Racconta, nonnino, ti ascolto.
Nonnino, non dirmi di no!”.
“Tu devi saper che una volta,
in fondo al più buio passato,
in fondo alla selva più folta,
in fondo al castel più incantato,
viveva una Fata Gallura,
che sempre di giorno dormiva
e, quando la notte era scura,
sul mondo volava furtiva…
La storia di Fata Gallura
un tempo incredibile dura:
ci voglion cent’anni a finirla…
Ci tieni davvero a sentirla?”.
“Durasse cent’anni, stasera
la voglio ascoltar tutta intera”.
“Volava la Fata leggera,
volava recando due cesti.
Spargeva una polvere nera
sugli occhi dei bimbi ancor desti;
ma, quando dormire contenti
i bimbi vedea, su di loro
e sopra i lor sogni innocenti
spargeva un pulviscolo d’oro…
La storia di Fata Gallura
un tempo incredibile dura:
ci voglion cent’anni a finirla…
Ci tieni davvero a sentirla?”
“Ci tengo moltissimo, nonno,
per quanto mi venga un po’ sonno”.
“I bimbi sognavan balocchi,
immersi in un sonno profondo…
Scoccavano i dodici tocchi
a tutte le torri del mondo…
E Fata Gallura, tornando
al nero castello laggiù,
il canto del gallo imitando,
dicea: “Cocco mio, dormi tu?”
La storia di Fata Gallura
un tempo incredibile dura:
non bastan cent’anni a finirla.
Ci tieni davvero a sentirla?”.
“Lo so che cent’anni son tanti…
Va’ avanti, nonnino, va’ avanti!”.
“Gallura, arrivata al castello,
si mette di nuovo al lavoro,
e fa con mortaio e pestello
del nuovo pulviscolo d’oro.
Poi, prima che l’alba sia sorta,
girando una mola di pietra,
lavora a farsi una scorta
di densa fuliggine tetra.
La storia di Fata Gallura
un tempo incredibile dura,
e, quando è narrata da un nonno,
fa i bimbi cascare dal sonno”.
“Negli occhi ho una polvere scura!
Io casco dal sonno, nonnetto!…
Passata è la Fata Gallura…
O nonno, conducimi a letto!”.