Album
È contenuto nei seguenti album:
2005 In direzione ostinata e contraria
Testo Della Canzone
La domenica delle Salme di Fabrizio De Andrè
Tentò la fuga in tram
verso le sei del mattino dalla bottiglia di orzata dove galleggia Milano non fu difficile seguirlo il poeta della Vaggina la sua anima accesa mandava luce… di lampadina gli incendiarono il letto sulla strada di Trento riuscì a salvarsi dalla sua barba un pettirosso da… combattimento I polacchi non morirono subito e inginocchiati agli ultimi semafori rifacevano il trucco alle troie di regime lanciate verso il mare i trafficanti di saponette mettevano pancia verso est. Chi si convertiva nel novanta ne era dispensato nel novantuno la scimmia del quarto Reich ballava la polka sopra il muro e mentre si arrampicava le abbiamo visto tutti il culo la piramide di Cheope volle essere ricostruita in quel giorno di festa masso per masso schiavo per schiavo comunista per comunista La domenica delle salme non si udirono fucilate il gas esilarante presidiava le strade la domenica delle salme si portò via tutti i pensieri e le regine del “tua culpa” affollarono i parrucchieri Nell’assolata galera patria il secondo secondino disse a “Baffi di Sego” “Si può fare domani sul far del mattino” e furono inviati messi fanti cavalli cani ed un somaro ad annunciare l’amputazione della gamba di Renato Curcio il carbonaro il ministro dei temporali in un tripudio di tromboni auspicava democrazia con la tovaglia sulle mani e le mani sui coglioni “Voglio vivere in una città dove all’ora dell’aperitivo non ci siano spargimenti di sangue o di detersivo”. A tarda sera io e il mio illustre cugino De Andrade eravamo gli ultimi cittadini liberi di questa famosa città civile perché avevamo un cannone nel cortile un cannone nel cortile La domenica delle salme nessuno si fece male tutti a seguire il feretro del defunto ideale La domenica delle salme si sentiva cantare “Quant’è bella giovinezza non vogliamo più invecchiare” Gli ultimi viandanti si ritirarono nelle catacombe accesero la televisione e ci guardarono cantare per una mezz’oretta poi ci mandarono a cagare. “Voi che avete cantato sui trampoli e in ginocchio coi pianoforti a tracolla vestiti da Pinocchio voi che avete cantato per i longobardi e per i centralisti per l’Amazzonia e per la pecunia nei palastilisti e dai padri Maristi voi avevate voci potenti lingue allenate a battere il tamburo voi avevate voci potenti adatte per il vaffanculo, adatte per il vaffanculo” La domenica delle salme gli addetti alla nostalgia accompagnarono tra i flauti il cadavere di Utopia la domenica delle salme fu una domenica come tante il giorno dopo c’erano i segni di una pace terrificante… mentre il cuore d’Italia da Palermo ad Aosta si gonfiava in un coro di vibrante protesta.
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Accordi
Dm Dm7 Tentò la fuga in tram verso le sei del mattino Bb Dm7 dalla bottiglia di orzata dove galleggia Milano Dm Dm7 non fu difficile seguirlo il poeta della Baggina Bb la sua anima accesa mandava luce di lampadina Dm Dm7 gli incendiarono il letto sulla strada di Trento Bb Dm7 Dm Dm7 Bb riuscì a salvarsi dalla sua barba un pettirosso da combattimento Dm Dm7 I polacchi non morirono subito e inginocchiati agli ultimi semafori Bb Dm7 Dm rifacevano il trucco alle troie di regime lanciate verso il mare Dm7 Bb i trafficanti di saponette mettevano pancia verso est Dm7 Dm chi si convertiva nel novanta non era dispensato nel novantuno Dm7 Bb la scimmia del quarto reich ballava la polka sopra il muro Dm7 Dm e mentre si arrampicava le abbiamo visto tutti il culo Dm7 Bb la piramide di Cheope volle essere ricostruita in quel giorno di festa Dm7 Dm masso per masso schiavo per schiavo comunista per comunista. F C7 La domenica delle salme non si udirono fucilate Dm A7 il gas esilarante presidiava le strade F C7 La domenica delle salme si portò via tutti i pensieri Dm A7 e le regine del tua culpa affollarono i parrucchieri Dm Dm7 Bb Dm7 Dm Dm7 Bb Dm Dm7 Nell’assolata galera patria il secondo secondino Bb disse a Baffi di Sego che era il primo Dm6 Dm si può fare domani sul far del mattino Dm7 Bb Dm7 e furono inviati messi fanti cavalli cani ed un somaro Dm Dm7 Bb ad annunciare l’amputazione della gamba di Renato Curcio il carbonaro Dm Dm7 Il ministro dei temporali in un tripudio di tromboni Bb Dm7 auspicava democrazia con la tovaglia sulle mani e le mani sui coglioni Dm Dm7 voglio vivere in una città dove all’ora dell’aperitivo Bb non ci sono spargimenti di sangue o di detersivo Dm a tarda sera io e il mio illustre cugino De Andrade Dm7 Bb Dm7 eravamo gli ultimi cittadini liberi di questa famosa città civile Dm F Dm7 Bb perché avevamo un cannone nel cortile un cannone nel cortile. F C7 La domenica delle salme nessuno si fece male Dm A7 tutti a seguire il feretro del defunto ideale F C7 La domenica delle salme si sentiva cantare Dm A7 quant’è bella giovinezza non vogliamo più invecchiare Dm Dm7 Gli ultimi viandanti si ritirarono nelle catacombe Bb accesero la televisione e ci guardarono cantare Dm7 Dm Dm7 Bb per una mezz’oretta poi ci mandarono a cagare Dm voi che avete cantato sui trampoli e in ginocchio Dm7 coi pianoforti a tracolla vestiti da Pinocchio Bb Dm7 voi che avete cantato per i longobardi e per i centralisti Dm Dm7 Bb7+ per l’Amazzonia e per la pecunia nei palastilisti e dai padri Maristi Dm7 Dm Dm7 voi avevate voci potenti lingue allenate a battere il tamburo Bb Dm7 Dm voi avevate voci potenti adatte per il vaffanculo C F C7 La domenica delle salme gli addetti alla nostalgia Dm A7 accompagnarono tra i flauti il cadavere di Utopia F C7 La domenica delle salme fu una domenica come tante Dm A7 il giorno dopo c’erano i segni di una pace terrificante Dm Dm7 Bb Dm7 Dm Dm7 Bb Dm7 Dm Dm7 Mentre il cuore d’Italia da Palermo ad Aosta Bb si gonfiava in un coro di vibrante protesta |