La festa della liberazione – Andrea Appino

Album

È contenuto nei seguenti album:

2014 Il testamento

Testo Della Canzone

La festa della liberazione – Andrea Appino

 

La festa della liberazione

Da questa voglia di serenità

E da quelli ubriachi che belle parole

Da quegli sbronzi d’autorità

Come mio nonno minatore di ferri

E congiuntivi di nessuna utilità

Di rispetto per se stessi e per gli altri

Praticamente l’infelicità.

E questi bambini pimpanti codardi che hanno già perso la verginità

L’imene rotto della meraviglia, nessuna scintilla, una sega a metà.

La festa della liberazione

Ce ne son molti di cui mi libererei

A cominciare da quelli di famiglia

Dai tarli che mi han regalato i miei

Dalla voglia di cascare sempre in piedi

Dalla tua scuola, dall’università.

Che ti ha insegnato soltanto ad imparare per imparare e adesso che si fa?

E mia sorella, rizza cazzi per scelta un piercing sull’ombelico e sei una celebrità.

In questo paesino di grandi depressi

Pochi squallidi amplessi, la mediocrità.

La festa della liberazione

Da tutti gli atei compreso il sottoscritto

Io prego molto, ma molto di più

Di chi si inginocchia e prega il soffitto.

E passo ore, giorni, mesi a pensare

Le stelle non guardarle mai

Ho paura di vederlo spuntare, sorride e dice: Appino, che cazzo fai?

E la marcia nuziale di tutti,

E l’aereo che passa e lascia una scia

Che divide il cielo da quelli buoni e da quelli che han bisogno della polizia.

La festa della liberazione

Da questo talento di perdonarmi tutto

E perdono gli altri solo s’è comodo a me.

Dio, quante balle che mi son detto e che ho detto a tutti quanti voi.

Invitati a casa mia e poi lasciati fuori

E mia sorella piange di nascosto

La sua ragazza le ha detto: Muori!

E tutti i maschi del paese sono in tiro

nell’attesa si picchiano per toccarsi un po’.

Quant’è brutta tutta questa campagna, la gente si lagna e nemmeno un falò.

Mentre al centro han rubato il senso, centrare un bersaglio è quello che vorrei

Come mio padre 34 anni fa

Una vita ad allontanarlo e diventare come lui.

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