Lettera a Michele

Album

È contenuto nei seguenti album:

Testo Della Canzone

Lettera a Michele di Ivan Della Mea

Luciano Della Mea e Ivan Della Mea

Mio caro Michele
ricordi la lotta
le grida infuocate
«la fabbrica è nostra
così è la città
è nostra la vita»
ma poi qualcosa è cambiato, Michele.

E dopo la lotta
ricordi Michele
con giusta premura
si fecero i quadri
del nuovo partito
e il termine nuovo
non fu così nuovo, non troppo, Michele.

Mio caro Michele
nel nuovo partito
la nuova avanguardia
di fatto sono io
ti do la teoria
e la strategia
non è presunzione, Michele, ma è mia.

Mio caro Michele
qui scopri l’errore
e dici convinto:
«se non sono io
da oggi in eterno
per scelta di classe
la vera avanguardia, può tutto avvenire».

Può tutto avvenire
magari il partito
magari il potere
ma ciò che non viene
che non può venire
sarà il comunismo
tu questo per oggi hai capito, Michele.

E allora Michele
rifammi compagno
e uniti e insieme
lottiamo l’errore
per essere nuovi
per esser diversi
e comunisti, da oggi, Michele.

Da oggi sappiamo
che questo programma
avrà tempi lunghi
e non si farà
se chi è compagno
non imparerà
a vivere da compagno, Michele.

Pigliarsi la fabbrica
e poi la città
far nostra la vita
vuol dire imparare
da oggi tra noi
il nuovo rispetto
il solo rispetto che è comunista.

E questo rispetto
tra liberi e uguali
non è un merletto
o un fatto formale
è violenza di classe
rifiuto totale
del vecchio errore nascosto tra noi.

L’errore che ormai
possiamo vedere
l’errore del tuo
del mio potere
e d’ogni potere
un po’ personale
per oggi è tutto; avanti, Michele.

Il testo contenuto in questa pagina è di proprietà dell’autore. WikiTesti è un’enciclopedia musicale con lo scopo di far conoscere a quante più persone possibile il panorama musicale.

[nextpage title=”Accordi per chitarra”]

Accordi

     
Mi-                          La-
Mio caro Michele, ricordi la lotta,
              Re                    Mi-
le grida infuocate? “La fabbrica è nostra,
             La-7            Si
così è la città, è nostra la vita!”;
                              Mi-
ma poi qualcosa è cambiato, Michele.

E dopo la lotta, ricordi Michele?
con giusta premura si fecero i quadri
del nuovo partito, e il termine nuovo
non fu così nuovo, non troppo, Michele.

Mio caro Michele, nel nuovo partito
la nuova avanguardia di fatto sono io:
ti dò la teoria e la strategia;
non è presunzione, Michele, ma è mia.

Mio caro Michele, qui scopri l’errore
e dici convinto: “ Se non sono io,
da oggi in eterno, per scelta di classe,
la vera avanguardia, può tutto avvenire. 

Può tutto avvenire, magari il partito,
magari il potere, ma ciò che non viene,
che non può venire, sarà il Comunismo ”;
tu questo per oggi hai capito, Michele.

E allora, Michele, rifammi compagno
e uniti e insieme lottiamo l’errore:
per essere nuovi, per esser diversi
e comunisti da oggi, Michele. 

Da oggi sappiamo che questo programma
avrà tempi lunghi, e non si farà
se chi è compagno non imparerà
a vivere da compagno, Michele.

Pigliarsi la fabbrica e poi la città,
far nostra la vita, vuoi dire imparare
da oggi tra noi il nuovo rispetto,
il solo rispetto che è comunista.

E questo rispetto fra liberi e uguali
non è un merletto o un fatto formale:
è violenza di classe, rifiuto totale
del vecchio errore nascosto tra noi. 

L’errore che ormai possiamo vedere,
l’errore del tuo, del mio potere,
di ogni potere un po’ personale...
per oggi è tutto; avanti, Michele.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *