Lunario di settembre

Album

È contenuto nei seguenti album:

1990 Discanto

Testo Della Canzone

Lunario di settembre di Ivano Fossati

(di Ivano Fossati – Lamberti Bocconi)
(Il processo di Nogaredo)

L’Accusa
Durante gli interrogatori è riuscito
che le imputate
in tempo di luna al primo quarto
hanno rinunziato al sacramento
del battesimo
seducendosi l’una per l’altra
a commettere tale mancamento
permettendo per maggiore dannazione
delle loro anime
di essere ribattezzate
con una nuova infusione d’acqua
sopra il capo
essendosi sottoposte a tal legame
di obbedienza
al Nemico del genere umano.

Che in tempo di luna piena
a ore comode, ai malfatti propizie
erano portate in aria
invisibilmente
in maledetti congressi
dove venivano compiute
diversità e quantità di incantagioni, sortilegi
giochi bestiali ed ereticali.

Che i luna di ultimo quarto
hanno esse confessato le violenze
i venefici, i danni infiniti
le infermità incurabili
alle persone, agli animali.

I luna nuova di settembre
la distruzione dei raccolti
nelle campagne
mediante la sollevazione
di venti e tempi
impetuosi.

Dialogo fra l’inquisitore e un’imputata
Ma tu chi sei
cos’hai perché non parli
non argenti di stelle
questo scialbo mattino
non sei tu stessa
a incasellarli
gli astri lucenti
nel grande albo del cielo
o sei anche tu una figurina
senza potere
se non nelle notti
di ferire i viandanti
come spina.

Ahi signore
se potesse tutto il male
che mi consuma
mutare la spada tua
in un giro di scale armoniche
ascendenti
o in una strada
che via mi conducesse.
Ma non vale niente che io faccia
che resista o che cada
tu non capisci
è questo il grande lutto
che oscura le mie vesti
ma voglio dirti la verità
dal lato brutto a cui non si rimedia
tu non capisci
è questo il grande mare
io non ti amo
è questa la tragedia.

La sentenza
Visto il processo
coi testimoni esaminati
dove manifestamente si comprova
il corpo dei diversi delitti
per essere stati commessi
viste le dottissime difese
per psarte delle dette rappresentate
viste finalmente
le cose che devono vedersi
e considerate
quelle che devono essere considerate
avuto il parere decisivo
dei molti illustri e chiari signori
commissari di questa giurisdizione
affinché non abbiano a gloriarsi
delle loro pessime opere
ad esempio di altri
in via definitiva
sentenziamo e condanniamo.

Il 14 aprile 1647, nel luogo designato
davanti ai contadini obbligati ad assistere al supplizio
vengono decapitate:
Lucia Caveden, Domenica, Isabetta e Polonia Graziadei,
Caterina Baroni, Ginevra Chemola e Valentina Andrei
i corpi sono bruciati, i resti seppelliti alle Giarre in terra maledetta.
I beni delle donne confiscati.

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