Valle Giulia

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Testo Della Canzone

Valle Giulia di Paolo Pietrangeli

Piazza di Spagna, splendida giornata,
traffico fermo, la città ingorgata
e quanta gente, quanta che n’era!
Cartelli in alto e tutti si gridava:
«No alla scuola dei padroni!
Via il governo, dimissioni!».

E mi guardavi tu con occhi stanchi,
mentre eravamo ancora lì davanti,
ma se i sorrisi tuoi sembravan spenti
c’erano cose certo più importanti.
«No alla scuola dei padroni!
Via il governo, dimissioni!».

Undici e un quarto avanti a architettura,
non c’era ancor ragion d’aver paura
ed eravamo veramente in tanti,
e i poliziotti in faccia agli studenti.
«No alla scuola dei padroni!
Via il governo, dimissioni!».

Hanno impugnato i manganelli
ed han picchiato come fanno sempre loro;
ma all’improvviso è poi successo
un fatto nuovo, un fatto nuovo, un
fatto nuovo:
non siam scappati più, non siam scappati più!

Il primo marzo, sì, me lo rammento,
saremo stati millecinquecento
e caricava giù la polizia
ma gli studenti la cacciavan via.
«No alla scuola dei padroni!
Via il governo, dimissioni!».

E mi guardavi tu con occhi stanchi,
ma c’eran cose molto più importanti;
ma qui che fai, ma vattene un po’ via!
Non vedi, arriva giù la polizia!
«No alla scuola dei padroni!
Via il governo, dimissioni!».

Le camionette, i celerini
ci hanno dispersi, presi in molti e poi picchiati;
ma sia ben chiaro che si sapeva;
che non è vero, no, non è finita là.
Non siam scappati più, non siam scappati più.

Il primo marzo, sì, me lo rammento…
…No alla classe dei padroni,
non mettiamo condizioni, no!

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Accordi

     
Re                       La7    Re
Piazza di Spagna, splendida giornata, 
                      La7     Re
traffico fermo, la città ingorgata 
Sol                    Re
e quanta gente, quanta che n'era! 
Sol                      Re
Cartelli in alto e tutti si gridava:
Sol             Mi7
«No alla scuola dei padroni! 
La7
Via il governo, dimissioni!». 

E mi guardavi tu con occhi stanchi, 
mentre eravamo ancora lì davanti, 
ma se i sorrisi tuoi sembravan spenti 
c'erano cose certo più importanti. 
«No alla scuola dei padroni! 
Via il governo, dimissioni!». 

Undici e un quarto avanti a architettura, 
non c'era ancor ragion d'aver paura 
ed eravamo veramente in tanti, 
e i poliziotti in faccia agli studenti. 
«No alla scuola dei padroni! 
Via il governo, dimissioni!». 


 Re-       La7   Re-    La7
 Hanno impugnato i manganelli 
 Do         Fa         Mi7
 ed han picchiato come fanno sempre
 La7
 loro; 

 ma all'improvviso è poi successo
 
 un fatto nuovo, un fatto nuovo, un 

 fatto nuovo: 
 Re          Sol La7 Re
 non siam scappati più,
 non siam scappati più! 

Il primo marzo, sì, me lo rammento,
saremo stati millecinquecento 
e caricava giù la polizia 
ma gli studenti la cacciavan via. 
«No alla scuola dei padroni! 
Via il governo, dimissioni!». 

E mi guardavi tu con occhi stanchi, 
ma c'eran cose molto più importanti;
ma qui che fai, ma vattene un po' via!
Non vedi, arriva giù la polizia! 
«No alla scuola dei padroni! 
Via il governo, dimissioni!». 

 Le camionette, i celerini 
 ci hanno dispersi, presi in molti e poi 
 [picchiati;  
 ma sia ben chiaro che si sapeva; 
 che non è vero, no, non è finita là. 
 Non siam scappati più,
 non siam scappati più. 

Il primo marzo, sì, me lo rammento... 
...No alla classe dei padroni, 
non mettiamo condizioni, no!

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