Venticinque aprile 1975

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Testo Della Canzone

Venticinque aprile 1975 di Ivan Della Mea

Ha scritto un compagno, settant’anni
sul foglio delle firme di Zibecchi
«è anche colpa nostra se sei morto
di noi che abbiam deciso d’esser vecchi.

Ed oggi in piazza per i nostri sbagli
i dubbi le incertezze e le scissioni
vediam morire sempre i nostri figli
per mano dei fascisti e dei padroni».

Ti han detto che il caramba è proletario
però quando t’investe e spara a vista
è un servo del padrone, è un mercenario
al soldo di un potere che è fascista …

…fascista come il killer di Varalli
di Boschi e di Tonino Miccicché
fascista come il boia di Pinelli
Franceschi e Saltarelli e altri che

son morti nelle piazze in questi anni
per una voglia bella e mai finita
di essere compagni tra compagni
per farla questa Italia più pulita;

per dare una casa ai baraccati
una speranza a chi deve emigrare
per dare voce al grido dei dannati
rinchiusi in manicomi e in galere.

Per dare alla parola Resistenza
di ora e sempre il senso unificante
di lotta dura al fascio alla violenza
di lotta e antifascismo militante.

L’antifascismo di Claudio Varalli
di Boschi di Zibecchi e Serantini
di Micciché, Pinelli e Saltarelli
Franceschi e Ceruso e Marini.

E a te compagno dico «non c’è anni
la lotta dura e si può lottare
coi propri figli anche a settant’anni
e stare insieme e crescere e cantare».

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