100, Pennsylvania Avenue – Francesco Guccini Testo della canzone

Il Testo della canzone di:
100, Pennsylvania Avenue – Francesco Guccini

La strada dalla Pennsylvania Station
Sembrava attraversasse il continente
Come se non tornasse più all'indietro
Ma andasse sempre avanti ad occidente
Fra tombe in ferro-vetro, pianura, pali e gente

E indietro invece e in fretta ci tornai
Ma in certi miei momenti forse oziosi
Mi chiedo dove sei e che cosa fai
E come passi i tuoi giorni noiosi
Io che non ti risposi
In questa casa mia che sai e non sai

E immagino tu e lui, due americani
Sicuri e sani, un poco alla John Wayne
Portare avanti i miti kennedyani
E far scuola agli indiani
Amore e ecologia lassù nel Maine

E là insegnare alla povera gente
Per poco o niente, vita quasi pia
Fingendo o non sapendo proprio niente
Di quello che può ancora far la CIA
Santi dell'occidente, per gli USA, e così sia...

Mi ha detto chi t'ha vista là da poco
Che sei rimasta quella che eri allora
Un po' più vecchia, ma quasi per gioco
E forse solo appena un po' signora
Vorrei vederti ora
Perché il ricordo mi diventa fioco...

E provo a immaginare in un momento
Per ridere, di stare qui con te
Ma sarebbe poi stato un cambiamento?
Ci penso, ma non sento
Che un'altra ancora ha i soliti perché...

Però tu sai che è il gioco d'un istante
Perché da allora già lo sentivamo
Che possibilità ce ne son tante
Per quei due tipi che allora eravamo
Io son quasi importante
Tu cosa sei e chi siamo?

Ma forse almeno tu hai conservato
Quell'ideale che avevamo in testa
Probabilmente invece mi ha lasciato
Ogni cosa alla lunga mi molesta
E cerco un'altra festa
E poi le feste in fondo mi han stancato...

Poi erano ideali alla cogliona
Fatti coi miti del '63
I due Giovanni e pace un po' alla buona
Ramblas di Barcellona
La prima crisi dura dentro in me...

Io credo che sappiamo che è diverso
Se le cose son state poi più amare
Le accetti, tiri avanti e non hai perso
Se sono differenti dal sognare
Perché non è uno scherzo sapere continuare

E scusami se sono qui a pensare
A te, alle tue parole e ai tuoi sorrisi
Come il "Matto", fra carte da giocare
Può risolvere un attimo di crisi
Anche se allora smisi
Ora vado, e "via andare"...

Non voglio far felice proprio adesso
Tua madre che odiò l'italiano istrione
Quando disse a tuo padre che era un fesso
Lui e il liberal-progresso
E urlò: "Rivoluzione!"

Son cose spero che perdonerai
Com'io ti ho perdonato ormai a quest'ora
Come se fossi solo un piantaguai
Il "but I love him" che gli urlasti allora
Così ti canto ancora
In questa casa mia che sai e non sai...

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