All’armi siam digiuni

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Testo Della Canzone

All'armi siam digiuni di Canzoniere delle Lame

Era giugno e faceva un gran caldo
Almirante affamato sbuffava
A Bologna di mangiare sperava
E al suo autista ordinò di frenar
Fermo al Motta di Cantagallo
Per pranzare e per fare benzina
Ma il gran caldo di quella mattina
Per un pezzo dovrà ricordar

Con i suo bravi sedette era stanco
Poi si alzò per andare nel bagno
Ma lo vide un barista compagno
E la lotta improvvisa scattò
E la lotta improvvisa scattò.

È Almirante si sparge la voce
È arrivato con i suoi camerati
Essi aspettan di essere serviti
Oggi in bianco dovranno restar
Basta un cenno e tutti i compagni
Dal self service ai distributori
Per i fascisti e i fucilatori
Gli gridavan qui posto non c’è

Marzabotto è ancor troppo vicina
Faccia presto ad alzare le suole
Nelle fogne può dir ciò che vuole
Ma a Bologna non deve parlar.
Ma a Bologna non deve parlar.

Fu così che schiumante di rabbia
Se ne andò la squadraccia missina
Pancia vuota e senza benzina
Cantagallo dovette lascià
Era giugno e sull’autostrada
Ma che caldo che caldo faceva
Almirante affamato spingeva
Nelle fogne a piedi tornò

Ed adesso come naturale
Il Carlino offeso si lagna
“Poc da fèr mo’ què a Bulagna
pr’i fasesta an’gn’è gnanc
un panein.”

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Accordi

     
    Re                      La7
Era giugno e faceva un gran caldo
                      Re
Almirante affamato sbuffava
    Re7                  Sol
A Bologna di mangiare sperava 
           Re        Mi7      La7
E al suo autista ordinò di frenar
         Re            La7
Fermo al Motta di Cantagallo 
                          Re
Per pranzare e per fare benzina
           Re7               Sol
Ma il gran caldo di quella mattina
       Re      La7      Re
 Per un pezzo dovrà ricordar

           Sol               Re
 Con i suo bravi sedette era stanco
          La7               Re
 Poi si alzò per andare nel bagno
       Sol                Re
 Ma lo vide un barista compagno
      La7 
 E la lotta improvvisa scattò
                           Re
 E la lotta improvvisa scattò.

È Almirante si sparge la voce
È arrivato con i suoi camerati
Essi aspettan di essere serviti
Oggi in bianco dovranno restar
Basta un cenno e tutti i compagni
Dal self service ai distributori
Per i fascisti e i fucilatori 
Gli gridavan qui posto non c'è
 Marzabotto  è ancor troppo vicina
 Faccia presto ad alzare le suole
 Nelle fogne può dir ciò che vuole
 Ma a Bologna non deve parlar.
 Ma a Bologna non deve parlar.

Fu così che schiumante di rabbia
Se ne andò la squadraccia missina
Pancia vuota e senza benzina
Cantagallo dovette lascià
Era giugno e sull'autostrada 
Ma che caldo che caldo faceva
Almirante affamato spingeva
Nelle fogne a piedi  tornò
 Ed adesso come naturale 
 Il Carlino offeso si lagna
 “Poc da fèr mo’ què a Bulagna
 pr’i fasesta an’gn’è gnanc 
 un panein." 

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