(Testo di
Susanna Parigi –
Kaballà / Musica
Susanna Parigi)
Come è stato nel passato
ci ricordo ora.
La paura del risveglio
e poi l’abbraccio della sera,
i miei cammini incerti,
la tua mano nella mia
capace di condurmi lungo paesaggi di poesia.
La certezza che il passato
è strada chiusa per tornare,
inventarmi cose nuove
non mi basta per calmare
i miei occhi che hanno visto
troppo da dimenticare,
forse è troppo male;
ce n’è troppo in questo mondo
per riuscire a non pensare.
Che il mio stupore
non possa diventare mai certezza,
e la mia vita possa contenere
ancora forza e tenerezza
Sei tempo che si addormenta,
sei la fatica e la pazienza
le tue mani stanche e nobili
mi accompagnano,
mi accompagnavano?
Dietro vicoli di pane,
lungo fiumi d’ombra e sole,
acquaragia, terra rossa?
mi insegnavi a colorare?
La fine cambia verbi,
prospettive, angolazioni,
lascia senza fiato,
sarà carico il futuro
di tutto quello che mi hai dato.
E chiedo al tempo
di attraversarmi il cuore
con dolcezza;
che sappia sempre
trasformare le mie mani
in mani di carezza.
Sei tempo che si addormenta,
sei la fatica e la pazienza;
le tue mani stanche e nobili
mi accompagnano,
mi accompagnavano,
mi accompagneranno?