Acqua , fuoco, onde cento metri,
vento di burrasca che fa tremare i vetri e che mi batte
mi conto le ossa rotte, le palpebre disfatte,
io chiamo ma la radio non trasmette
Acqua, fuoco, onde sulla testa,
turbine e risucchio lascio che mi investa e mi trascini
sul fondo mai toccato,
nel buio circostante sentirsi appena nato,
nel buio capovolto e rigirato
RIT.
pacifico lontano, dieci ore d’aeroplano,
stanotte ti ho sognato,
ruggivi tormentato tra i cuscini
sentivo che ansimavi, schiumavi e t’ingrossavi,
per terra rovesciato che ringhiavi
pacifico lontano, dieci ore d’aeroplano,
stanotte sei arrivato, crescevi e mi sentivo circondato,
spezzare e sollevare
per poi tornare calmo e sconfinato
Acqua, fuoco, onde cento metri,
che il mare di tempesta non tollera divieti e costrizioni,
non servono profeti per fare previsioni:
saranno terremoti ed eruzioni
RIT.
pacifico lontano, dieci ore d’aeroplano,
stanotte ti ho sognato,
ruggivi tormentato tra i cuscini
sentivo che soffiavi, ferito ripiegavi,
al centro della stanza vorticavi
pacifico lontano, dieci ore andando piano,
stanotte sei arrivato, piovuto dallo spazio, diluviato,
spezzare e scoperchiare
per poi tornare calmo e smisurato
Gino, papà napoletano,
un quarto brasiliano
pacifico = Milano.