Testo Della Poesia
A mia madre di Eugenio Montale
Ora che il coro delle coturniciti blandisce dal sonno eterno, rotta felice schiera in fuga verso i clivi vendemmiati del Mesco, or che la lotta dei viventi più infuria, se tu cedi come un’ombra la spoglia (e non è un’ombra, o gentile, non è ciò che tu credi) chi ti proteggerà? La strada sgombra non è una via, solo due mani, un volto, quelle mani, quel volto, il gesto di una vita che non è un’altra ma se stessa, solo questo ti pone nell’esilio folto d’anime e voci in cui tu vivi. E la domanda che tu lasci è anch’essa un gesto tuo, all’ombra delle croci. |