Testo di
Susanna Parigi –
KaballàMusica di
Flaco Biondini
Amada davanti allo specchio
si spoglia e si scioglie i capelli,
prepara la festa nuziale,
si vede già sposa all’altare.
Si dedica all’ultima notte
e libera corre nel bosco,
si stende su un letto di foglie
ed è pronta all’assedio del mondo.
Le lucciole intorno la suo corpo
l’accendono senza pudore,
la terra con tutti i suoi figli
è umida urgenza d’amore.
un raggio accarezza il suo seno
e l’onda solleva il suo fianco,
lo spasimo lacera il velo,
le grida spalancano il cielo.
Amada
è la vita che ti tocca e non lo sa,
cambia il suo passo,
come se
fosse un giro di danza
che ruba l’amore che c’è.
Rugiada le dona freschezza,
la brina regala il biancore,
la lupa due perle di latte,
la rondine il trillo d’amore.
Il ritmo del suo movimento
è lento, violento e totale,
il lampo del suo desiderio
che gravido scende nel mare.
Amada
è la vita che ti tocca e non lo sa,
cambia il suo passo
come se
fosse un giro di danza
che ruba lo spazio che c’è,
muove le dita dentro e
è un segreto richiamo all’amore
all’amore che c’è
cade sfinita contro te,
ferma il tempo e ti avvolge il silenzio
E la luna depose il suo dono
di lacrime agli occhi di Amada,
brillanti cristalli di sale,
per tutte le spose all’altare.