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Testo Della Canzone
Ballata autocritica di Fausto Amodei
Sono dieci anni suonati che suono
questa chitarra e che canto di cuore canti di vario modello; già mille volte ho cambiato di tono dal do maggiore al do diesis minore dal valzer allo stornello; colla ciaccona colla marcia turca col madrigale la giga il flamenco la ciarda la controdanza col tango col samba e con la mazurka dei vari ritmi ho esaurito l’elenco ma ho mai cambiato sostanza. Ho cantato sempre Sono dieci anni che canto le lotte Il padrone ci ha Per quanti acuti abbia emesso di testa Forse occorre che
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Accordi
Re- Sol Re- Sol Sono dieci anni suonati che suono Re- Sol questa chitarra e che canto di cuore Fa Mi canti di vario modello; La- Re già mille volte ho cambiato di tono La- Re dal do maggiore al do diesis minore Do Si7 dal valzer allo stornello; Mi- Re7 colla ciaccona colla marcia turca Do Si- col madrigale la giga il flamenco Do Si7 la ciarda la controdanza Mi- Re col tango col samba e con la mazurka Do Si- dei vari ritmi ho esaurito l'elenco La- Fa# Si7 ma ho mai cambiato sostanza. Mi La Si Ho cantato sempre in base Mi La Fa#Si7 ad una convinzione Mi La Si che la cosa più importante Mi La Si La è battere il padrone; Mi La Si ogni canto l'ho composto Mi La Fa#Si7 perché ci aiutasse Mi La Si a portare fino in fondo Mi La Si Do la lotta di classe; Fa Si Do ho sperato che ogni strofa Fa Sib SolDo quando l'ho cantata Fa Sib Do ci aiutasse a battere Fa Sib Do Fa la proprietà privata. Sono dieci anni che canto le lotte e i mille scioperi e la strategia per far la rivoluzione; ma son dieci anni che canto le botte e i caroselli della polizia e le condanne in prigione; c'è il canto triste se siamo battuti c'è il canto allegro se mille operai scendono in piazza a lottare; ma dopo tanti gorgheggi ed acuti mi sono accorto che forse oramai non c'è più gusto a cantare. Il padrone ci ha uno stomaco da mille lire e per quanta merda mangi la sa digerire; lui aumenta i prezzi segli strappi più salari poi ti taglia i tempi e ti fa far più straordinari ; figurarsi se i miei canti, lui che ingoia tutto, non ci riesce a digerirli e a farci sopra un rutto. Per quanti acuti abbia emesso di testa nessun padrone ha perduto un quattrino di rendita o di profitto; non basta un canto sia pur di protesta perché succeda che qualche inquilino abbia ridotto l'affitto; un ritornello non serve per niente non c'è ballata che serva a qualcosa né un ritmo di monferrina per render soffice uno sfollagente per affrettare la morte gloriosa di un yankee nell'Indocina. Forse occorre che questa chitarra a ciondoloni si trasformi in mitra e possa emettere altri suoni; e che le sei corde per produrre altri rumori si trasformino di colpo in sei caricatori; Fa Sib Do e che queste dita per Fa Do Sol Do produrre qualche effetto Fa Sib La anziché grattare arpeggi Re- Re7 Sol Do premano un grilletto; Fa Sib Do forse può servire solo Fa Sib Fa#Si7 più la passacaglia Fa Sib Do che con la sua voce sa Fa Sib Do Fa intonare la mitraglia. Sib Fa Sib Fa |