(di:
Roberto Rangone –
Eugenio Del Sarto)
BUONA SERA MIEI SIGNORI CHE CURIOSI MI GUARDATE,
FORSE ANCOR NEI VOSTRI CUORI IL RICORDO MIO SERBATE.
LUNGO IL VIALE DEGLI AMORI OGNI SERA, RICORDATE,
IO VENDEVO, RUBACUORI, SIA D’INVERNO CHE D’ESTATE.
SON CIRCINA LA COCOTTE LA REGINA DELLA NOTTE
LAVORAVO NEI GIARDINI PER GLI ADULTI E I PIVELLINI.
SOTTO IL CHIARO DELLA LUNA CON LA BIONDA E CON LA BRUNA
IO DONAVO CON PIACERE TUTTA L’ARTE DEL MESTIERE.
OR SON VECCHIA E RIMBAMBITA NON MI RESTA CHE MORIRE
SONO STANCA DELLA VITA NON MI VA PIU’ DI SOFFRIRE.
COSI’ DEBOLE E PATITA PIU’ NON POSSO LAVORARE
LA MIA MERCE ARRUGGINITA PIU’ NESSUNO VUOL COMPRARE.
LE MIE GAMBE SON SCIUPATE, SONO FLOSCE, ORMAI, GUARDATE,
HAN LA PELLE GIA’ PENDENTE COME UN SALICE PIANGENTE.
I MIEI SENI UN GIORNO DURI SONO CACHI ORMAI MATURI
COME UN VECCHIO CANDELIERE E’ RIDOTTO IL MIO SEDERE.
PIEN DI FAME E DISPERATA SON RIDOTTA ORMAI A UNO STRACCIO
VIVO SOL DI FARINATA, BOMBOLONI E CASTANACCIO
NON CONOSCO PIU’ IL SAPORE DEI MENU’ PIU’ RAFFINATI,
MA SOLTANTO IL FETORE DELLA ZUPPA DEI SOLDATI.
SON DA TUTTI ABBANDONATA COME UN’ANIMA DANNATA
COME UN ESSERE PERDUTO SON DEL MONDO UN GRAN RIFIUTO
HO GIRATO OGNI PRESIDIO PER AVER QUALCHE SUSSIDIO
MA IN TUTTI QUEGLI UFFICI HO TROVATO SOL NEMICI.
DOPO TANTO STROMBAZZARE MI HAN NEGATO LA PENSIONE
MI HANNO FATTO CIRCOLARE SENZA UN PO’ DI COMPASSIONE
E’ PER QUESTO CHE STASERA MI RIVOLGO A VOI SIGNORI
CON UN UMILE PREGHIERA PER TOCCARE I VOSTRI CUORI.
PERCH’IO POSSA ANCOR CAMPARE IO VI INVITO A SCIOPERARE
CON ME TUTTI SOLIDALI CONTRO UN BRANCO DI SOMARI
CHE PER VIVERE IN MARSINA NON GL’IMPORTA CHE CIRCINA
DEBBA UN DI’ MORIR DI FAME SENZA UN PEZZETTIN DI PANE.