Danza del fuoco

Testo Della Canzone

Danza del fuoco di Canti Scout

Splende il fuoco nel cerchio dell’esplorator.

Ascoltate la voce della fiamma d’or.

Sali al ciel fiamma leggera del gran fuoco caldo e buon.

Sotto i pini o alla brughiera sali in alto e sali ancor.

Sali in alto e sali ancor… fuoco dell’esplorator!

Ogni lieve favilla della fiamma d’or

con sé porta un sogno verso il cielo a vol.

Ero un principe un giorno perfido e sleal

e spargevo d’intorno il dolore e il mal.

D’un gran mago l’incanto tosto mi punì

e nei tronchi del bosco mi rinchiuse un dì.

Da quel giorno nei tronchi prigioniero io son

e costretto a soffrire freddo e solleon.

Nell’ardor della fiamma mi consumo qui

e col ceppo che arde brucio anch’io ogni dì.

Dal tremendo supplizio convertito son

e per l’uomo divengo fuoco caldo e buon.

Sia che ardo al bivacco o al focolar

la mia anima brucia: luce e caldo dà.

Nelle veglie di campo t’offro il mio calor.

Scaccia freddo e paura questo mio splendor.

Nella tua cascina l’acqua fo scaldar;

entro nell’officina e so lavorar.

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Accordi

   
   DO                                                    FA       SOL       DO

Splende il fuoco nel cerchio dell’esplorator.

                                                   FA    SOL   DO

Ascoltate la voce della fiamma d’or.

 

      SOL                             DO                                SOL                         DO

Sali al ciel fiamma leggera del gran fuoco caldo e buon.

                SOL                            DO          SOL

Sotto i pini o alla brughiera sali in alto e sali ancor.

                                                                      FA       SOL       DO

Sali in alto e sali ancor… fuoco dell’esplorator!

 

Ogni lieve favilla della fiamma d’or

con sé porta un sogno verso il cielo a vol.

 

Ero un principe un giorno perfido e sleal

e spargevo d’intorno il dolore e il mal.

 

D’un gran mago l’incanto tosto mi punì

e nei tronchi del bosco mi rinchiuse un dì.

 

Da quel giorno nei tronchi prigioniero io son

e costretto a soffrire freddo e solleon.

 

Nell’ardor della fiamma mi consumo qui

e col ceppo che arde brucio anch’io ogni dì.

 

Dal tremendo supplizio convertito son

e per l’uomo divengo fuoco caldo e buon.

 

Sia che ardo al bivacco o al focolar

la mia anima brucia: luce e caldo dà.

 

Nelle veglie di campo t’offro il mio calor.

Scaccia freddo e paura questo mio splendor.

 

Nella tua cascina l’acqua fo scaldar;

entro nell’officina e so lavorar.

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