Anno 1932
Salve, salve Duce
dalle cose feconde d’amor!…
Salve dai campi del lavor
dalle navi cinte d’acciar!…
Dieci son gli anni
cento saranno.
Grande un’età di forza
di pensier ci verrà da te!
Ah! Non fu vano il sangue sparso
non fu sterile il martirio
no, non fu un sogno illusorio
morir per il Fascio Littorio.
Splende quel sangue in ciel
tinge l’aurora del nuovo dì.
Gente che miete e che salpa
ritrova l’orme di Roma imperial
la terra madre a noi da pane
a noi da respiro il mar.
Duce, l’artier del decennal
tu sei trionfator
vibrante l’Italia intera
vive di te, per te.
Gloria, o Duce
gloria a te.