(di
Riccardo Borghetti)
Chissà cosa farò, sarò furia o pazienza
o timore o speranza, avrò gli occhi appannati
io che sono animale abituato a lottare
e non ho pianto mai le cento volte
che sono stato colpito e umiliato, che sono caduto.
Chissà cosa farò quando inizia il futuro
ed un po’ sarò morto, avrò chiaro il pensiero
da gridarmi che è vero, non è la fantasia
io che ho sognato di lasciare dietro me
un grido una canzone una parola una bandiera od un figlio
E non mi vergognerò di ridere di niente
di fare anche il pagliaccio io che non l’ho fatto mai
di accarezzarti il viso, dirti grazie con un sorriso
e se ti farà piacere dirti che sembra proprio me
Chissà cosa farò quando avrò fra le dita
l’incredibile vita, la fiducia nell’uomo
di passione e ragione non dirò ti ricordi
io che ho vissuto di ricordi di canzoni
battaglie ed illusioni non dirò più ti ricordi ma domani
E non mi vergognerò di piangere di niente
di fantasticare già su quello che sarà lui
di stringerti la mano di appoggiarti la testa al seno
e se ti farà piacere dirti che sembra solo te
So già cosa gli dirò quando potrà sentirmi
quando potrà capirmi: devi essere uomo
che cammina nel mondo e che vuole invecchiare
e ridere del sole e gridare insieme al vento
e credere nel giorno che saprai cosa dire a tuo figlio