Marco Ferradini
Prima o poi nella vita a tutti è capitato
di uscire sbattendo la porta arrabbiato.
Tuffarsi giù in strada, dove l’aria è più fresca,
che ti possa calmare, liberare la testa.
Schivando le macchine, non badando al rumore,
ma stare soltanto ad ascoltare il tuo cuore,
per pensare a quello che hai detto e che hai fatto,
di chi è la ragione e chi invece ha sbagliato.
Vorresti tornare su in casa e gridare
tutto quello che prima hai scordato di dire,
e farle capire,e farle capire.
Qualcuno ti chiama al di là della strada
ma tu non rispondi, sei troppo lontano.
In questi momenti non ci sei per nessuno,
in questi momenti del resto nessuno,
può darti una mano.
Sei tu che ti cerchi quasi come un bambino
sei tu fra migliaia di gambe in cammino
sei tu, solo tu coi problemi di sempre,
con le gioie e i dolori, come tutta la gente.
E così mentre stai quasi per annegare
inghiottito dall’onda dei tuoi stessi pensieri
qualcosa ti scuote, ti viene a salvare.
E’ una coppia di cuori che appoggiati a un lampione
si baciano e ridono, senza una ragione…
A volte anche il traffico e la confusione
diventano un suono una dolce emozione,
come una canzone.
Ti accorgi che è tardi e vuoi tornare a casa
che non ha più senso restare in strada
ma prima di entrare e salire le scale,
ti fermi a comprare due grossi gelati,
che facciano scena, ben confezionati…
Adesso che tutto è un ricordo lontano,
che le sei vicino, la tieni per mano
puoi dirle ti amo.