(di
Lucio Battisti)
Alice 2003 Viaggio In Italia
Deve essere stata
una costosa distillazione
la marea del mare,
il cielo è più professionale:
premedita sè stesso.
Il tempo, questo tempo
è inaffidabile,
vengono giù gelati, poi rane,
un giorno baci celebri,
un altro giorno eliche in funzione.
E come informazione,
si sente spesso chiedere,
dov’è che si sistemano
le capocchie ai fiammiferi
Queste le uscite spicce,
celeri così come lei le intuisce,
che veloci inceneriscono se stesse,
avanti un’altra: così si va,
a spasso si va.
Ecco i negozi e non le sembra
più di stare a casa,
ecco cammina nell’uno e l’altro senso,
non avendo al fianco chi l’accompagnerebbe
nelle minime e le massime escursioni.
Ecco i negozi che ingoiano tutti i fracassi,
non affliggono né stomaco né cuore,
eccola qui dov’è la padrona
del proprio giro vita,
del proprio girocollo,
del proprio giro periplo del corpo.
E lo spazio non è quella questione,
ecco i negozi, si può tacere senza dare
il silenzio come spiegazione:
ecco qui, tra le creature scisse,
tra chi entra e chi esce,
c’è uno scambio di temperature.
Si diventa termometri contraddittori,
si passa tra le cose sfuse e vaghe,
come tra lacci d’alghe di tante
in tante maghe Circi annegatrici,
dimenticando e poi dimenticando;
così sei fortunata:
hai trovato esattamente quello che cercavi:
tre bravi di caienna,
ovvero, un forchettino per i ravanelli.
Così sei fortunata: hai trovato
il posto più esclusivo della storia,
le pagine in cui Antonio con Cleopatra,
si strapazzano ancora, come otarie
dalle braccia ormai implicite nell’altro,
sopravvissuti ad ogni nave che s’inabissò.
Immersi in un tripudio misto seta,
in una negligenza e oblio di sciarpe,
ed è come non mai non stare a casa.