(di
Odoardo Spadaro)
Coi libri sotto i’ braccio pe’ la via,
a quella bella età che ‘on torna più,
a un balconcino pieno di poesia
lo sguardio mio s’andò a posar lassù.
Un glicine fiorito e qualche rosa
facean di que’ balcone una gran cosa.
Sul balconcin fiorito
vidi un capino biondo.
“Mi butti un fiore”
chiesi un poco ardito,
“Sarà per me un tesoro
in questo mondo”.
Lei mi buttò ‘na rosa,
la strinsi sul mio cuore.
Il cuor mi disse piano
qualche cosa,
mi disse ‘na parola sola:
“Amore”
In grigioverde, con il reggimento,
la Patria un giorno mi chiamò laggiù.
Per quella strada ripassai, rammento,
ed il mio sguardo ritornò lassù,
a’ balconcino ancora tutto in fiore,
laddove c’era un pezzo del mio cuore.
Dal balconcin fiorito
cadde una rosa
e in fretta la presi,
e, con um modo un poco ardito,
io l’ho legata
con la baionetta.
Lei mi buttò un bacione,
disse “Porta fortuna”.
S’allontanava al passo
il battaglione,
pensavo, mi dicevo:
“Te, o nessuna”.
Ricordo che a’ ritorno son passato,
co’ core che no’ mi reggeva più,
di sotto a’ balconcino, innamorato,
ma nessun fiore mi si buttò giù.
E mi fu detto alfine, un triste giorno:
“Pare che la bimba e no’ farà ritorno”.
Sotto al balcon fiorito
passo di tanto in tanto.
Passato il tempo
son così intristito
che i’ core non mi regge
e scoppio in pianto.
Ricordo dei ventanni,
amori dolci furon,
ma un dia, sogno mio,
gioia infinita,
avevo dato a te
tutta la vita!