(
Vecchioni –
Renato Pareti)
La musica è parola
buttata fra la gente:
suonarmela da solo
non porta propio niente
il salice ha bisogno
del fiume che lo bagna
e il fiume nasce al sole
che scioglie la montagna
e in questo senso d’armonia profondo
vorrei che si vivesse sempre al mondo
Facciamo come il salice
facciamo come il fiume
cerchiamoci d’avvero
chiamiamoci per nome
Ma si fa presto a dire:
“Io canto e tu m’ascolti”
Io c’ho provato e ho avuto
risate, sputi e insulti
e passi per le pietre
e i gesti con la mano
ma il nome che mi han dato
non vale il mio: Tristano
Dov’è quel senso d’armonia profondo
quando t’accorgi d’esser solo al mondo?
E quando muore il salice
e quando muore il fiume
chiamiamoci, se serve
ma non col vero nome
“Che belle” – mi dicesti –
“son le canzoni tue,
non siamo ancora tutti,
ma t’amo e siamo in due”
E mentre ascoltavamo
insieme il nostro fiato
il drago ci ha lasciati
immobili sul prato
E dove noi ci siamo addormentati
nascono fiori per gli innamorati
E adesso siamo il salice
e adesso siamo il fiume
cerchiamoci davvero
chiamiamoci per nome