Album
È contenuto nei seguenti album:
2002 Far finta di essere sani (registrazione dello spettacolo live, 1973)
Testo Della Canzone
Il muro – Giorgio Gaber di Giorgio Gaber
Un’équipe di psicologi americani d’avanguardia ha stabilito che per i test attitudinali il muro simboleggia “le difficoltà della vita”. …Geniale, eh! Poco prima avevano intuito che il serpente simboleggia il sesso… Che fantasia!
L’uso di questi simboli è particolarmente adatto per le assunzioni ai posti di lavoro. Sì, pare che essere un buon tornitore non conti un granché. L’importante è saper rispondere. Se un domani incontri uno sciacallo, che fai? …Oh uno sciacallo! I posti di lavoro devono essere pieni di sciacalli. Una volta sistemato lo sciacallo, si incontra il famoso muro, che può essere grande, piccolo, di mattoni, intonacato, insomma sei libero di scegliertelo come vuoi. Una cosa che ho sempre invidiato agli americani è la libertà. …Nei giochini, sì. Nel senso che uno nel gioco il muro se lo sceglie come vuole, nella vita già meno. E questi signori, voglio dire quelli che si sottopongono ai test, dovrebbero anche scrivere su un bigliettino come si comportano di fronte al muro. D’altronde ci sono quelli che riflettono e quelli che scrivono: “rifletto”. Questo piace molto a certe ditte. In tutti gli uffici della IBM c’è sempre un cartello con su scritto “THINK”… Think… Uno si mette lì e… think! Poi ci sono quelli che tentano, tentano di scalare il muro. Bravissimi! L’escalation piace! Poi quelli che ci girano intorno. Quelli che si fermano e guardano dall’altra parte. Uno scrisse: “Mi ci siedo sopra”. Napoletano. Anche noi in Italia, nel nostro piccolo, ci troviamo molto, molto spesso di fronte a un muretto di importanza… CAPITALE. E molti, molti di noi sono seriamente impegnati per abbatterlo. Si sa, l’Italiano è rivoluzionario biologicamente proprio… Ora, chi batte la testa contro il muro per romperlo fa un bel gesto ma il muro non si rompe. Dimostrazione. [voce fuori scena:] Ahhhh! S’è fatto male. Ecco, chi batte la testa contro il muro ha la simpatia di tutti ma si fa male. Se però lo stesso individuo con forza maggiore ribatte la testa contro il muro… è cretino. Le tecniche sono diversissime. C’è il passionale, che è così d’istinto, come vede un muro sente subito il bisogno di… [voce fuori scena:] Ahhhh! Gli ospedali sono pieni di passionali. C’è lo sportivo. Lo sportivo mi piace. Ha più probabilità. Intanto è a posto fisicamente. Op-op-op-op-op! Cosa fa, eh? Conta i passi. Giusto. Dev’essere un saltatore, con l’asta magari. O forse anche a pesce. Cosa fa? Giusto, il karate. Il karate. Un buco lo fa di certo. Tac. Dentro con tutto il braccio destro. Neanche un graffio. Il muro, è chiaro. Lui, lo chiamano “il Mancino”. Poi c’è l’artista, l’artista impegnato, l’artista di teatro. Devo dire che ha le idee chiarissime. Subito sceglie Brecht. Poi va lì, vicino al muro, con Strehler… Oh mama! No! Ci vogliono altre teste, molte teste, moltissime teste. Eccoli, sì, li sento, decisi, organizzati, concentrati. Perepereperepere. Cosa succede? [voce fuori scena]: Maledizione, c’è un altro muro! Eh già, c’è un altro muro, certo. Diverso da quello di prima ma c’è un altro muro da abbattere. E poi ci sono i muri dentro, i muri fuori, muri dappertutto, tanti, tanti muri da abbattere…
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