La nostra famiglia era povera
e la mamma non poteva
mai entrare nella bottega di un profumiere.
Ma teneva sul marmo del cassettone
una grande ciotola di vetro quasi piena di spirito
dove metteva a macerare i petali di rosa,
foglie d’erba cedrina, ramicelli di spigo,
violette, giaggioli e quanto altro di odoroso le capitava.
Aveva così, con la
spesa di pochi centesimi, un profumo sano,
naturale, variato, che non finiva mai.
In quella ciotola che a me sembrava un lusso stupendo
finivano annegati anche i gelsomini