Album
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Testo Della Canzone
Il tarlo di Fausto Amodei
di Fausto Amodei, Cantacronache
In una vecchia casa piena di cianfrusaglie, di storici cimeli, c’era una volta un tarlo di discendenza nobile che cominciò a mangiare un vecchio mobile. Avanzare con i denti per avere da mangiare e mangiare a due palmenti per avanzare; il proverbio che il lavoro ti nobilita nel farlo non riguarda solo l’uomo, ma pure il tarlo. Il tarlo in breve tempo, grazie alla sua ambizione Farsi strada con i denti per mangiare, mal che vada, Per legge di mercato assunse poi per via un certo personale con contratto di mezzadria; Lavorare per mangiare qualche piccolo boccone che dia forza di scavare per il padrone; Poi, col passar degli anni, venne la concorrenza da parte d’altri tarli con la stessa intraprendenza; il tana proprietario ristrutturò i salari e organizzò dei turni straordinari. Lavorare a perdifiato, accorciare ancora i tempi perché aumenti il fatturato coi dividendi. Si sa com’è la vita: ormai giunto al traguardo, Sulla sua tomba è scritto: PER L’IDEALE NOBILE DI DIVORARSI TUTTO QUANTO UN MOBILE,
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Accordi
Do In una vecchia casa, Sol# piena di cianfrusaglie, Do# di storici cimeli, Sol7 Do pezzi autentici ed anticaglie, c'era una volta un tarlo, La- di discendenza nobile, Fa Mi7 che cominciò a mangiare La- Mi7LA- un vecchio mobile. Mi7 Avanzare con i denti La- per avere da mangiare Re7 Sol e mangiare a due palmenti Sol7 Do per avanzare. Re- La- Il proverbio che il lavoro Fa Do ti nobilita, nel farlo, Sib Fa non riguarda solo l'uomo, Re-6 Mi Sol7 ma pure il tarlo. Il tarlo, in breve tempo, grazie alla sua ambizione, riuscì ad accelerare il proprio ritmo di produzione: andando sempre avanti, senza voltarsi indietro, riuscì così a avanzar di qualche metro. Farsi strada con i denti per mangiare, mal che vada, e mangiare a due palmenti per farsi strada. Quel che resta dietro a noi non importa che si perda: ci si accorge, prima o poi, ch'è solo merda. Per legge di mercato, assunse poi, per via, un certo personale, con contratto di mezzadria: di quel che era scavato, grazie al lavoro altrui, una metà se la mangiava lui. Avanzare, per mangiare qualche piccolo boccone, che dia forza di scavare per il padrone. L'altra parte del raccolto ch'è mangiato dal signore prende il nome di "maltolto" o plusvalore. Poi, col passar degli anni, venne la concorrenza da parte d'altri tarli, colla stessa intraprendenza: il tarlo proprietario ristrutturò i salari e organizzò dei turni straordinari. Lavorare a perdifiato, accorciare ancora i tempi, perché aumenti il fatturato e i dividendi. Ci si accorse poi ch'è bene, anziché restare soli, far d'accordo, tutti insieme, La7 dei monopoli. Re Si sa com'è la vita: La# ormai giunto al traguardo, Re# per i trascorsi affanni La7 Re il nostro tarlo crepò d'infarto. Sulla sua tomba è scritto: Si- "per l'ideale nobile Sol Fa# Si- di divorarsi tutto quanto un mobile". Mi7 La Re7 Sol Chiaro monito per i posteri Do7 Fa Fa#7 Si- questo tarlo visse e morì. |