(di
Pino Donaggio e
Vito Pallavicini)
Piero Cotto
Un telegramma, sono in pericolo,
soccorrimi presto,
il mio equipaggio è già in mare,
sono in balìa di lei.
Una tempesta all’improvviso,
soccorrimi presto,
non lo credevo più possibile
sbagliare rotta così.
Un marinaio d’acqua dolce sono io,
non ho saputo governare la mia nave
ed il tuo faro era lontano
per vedere là, amore mio,
la nebbia poi,
l’abitudine di questi anni…
Un telegramma, sono in pericolo,
soccorrimi presto,
getta una fune o una mano, salvami,
sto affondando con lei.
Un marinaio d’acqua dolce sono io,
cercavo un porto, la mia casa per tornare,
ma il tuo faro si era spento in quel momento,
amore mio, aiutami,
ricordami le ore passate insieme
e nostro figlio, la nostra stanza,
le mie abitudini, le difficoltà superate insieme,
ricordami che ti amo, che mi ami,
che divisi si è soli, che hai bisogno di me,
che ho bisogno di te…
Ed il tuo faro era lontano
per vedere là, amore mio,
la nebbia poi,
l’abitudine di questi anni…
Un marinaio d’acqua dolce sono io,
cercavo un porto, la mia casa per tornare,
ma il tuo faro si era spento in quel momento,
amore mio, la nebbia poi,
l’abitudine di questi anni…
Un marinaio d’acqua dolce sono io,
non ho saputo governare la mia nave…