La G.A.P.

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Testo Della Canzone

La G.A.P. di Dario Fo

La G.A.P. quand’è che arriva
non manda lettere né bigliettini
e non bussa alla porta
sei già persona morta
che il popolo ti ha condannato.

L’ingegner della Caproni
il 2 gennaio arriva in tassì
arriva con due della Muti
sue guardie personali
e noi lo si va a giustiziare.

Quel traditor d’accordo con i tedeschi stava
a smantellar la fabbrica, le macchine spediva
tutte in Germania dai Krupp.

E per salvar le macchine
han fatto sciopero generale
il capo reparto Trezzini
e altri sette operai
li han messi a San Vittore.

È stato l’ingegnere
a fare la spia ma la pagherà
ci tiene tutti sott’occhio
il povero Trezzini
e gli altri li han fucilà.

Adesso tocca a lui, la GAP lo aspetta sotto
sotto ad un semaforo che segna proprio rosso
e al rosso si mette a sparar.

Pesce Giovanni spara però prima gli grida:
“È in nome del mio popolo ingegnere che ti ammazzo
con le tue guardie d’onor!”

In fabbrica fanno retate
torturano gente non parla nessuno
e trenta operai deportati
li chiudono nei vagoni
piombati diretti a Dachau.

Parlato: “E il 23 di aprile i tedeschi vanno a minare la fabbrica, vogliono farla
saltare prima di ritirarsi piuttosto che lasciarla in mano ai liberatori…”

Ma gli operai sparano, difendono la fabbrica
e salvano le macchine che sono il loro pane
e molti si fanno ammazzar.

Adesso siamo liberi,
nella fabbrica torna il padrone,
arriva un altro ingegnere
stavolta però è partigiano:
Brigata Battisti, Partito d’Azion.

Ma ecco al primo sciopero c’è un gran licenziamento
è stato l’ingegnere a cacciare via quei rossi
che la fabbrica avevan salvà.

‘Sta guerra di liberazione
domando di cosa ci ha liberato:
ingegnere padroni e capi
son tutti democratici
ma noi ci han licenziato
addosso ci hanno sparato
in galera ci hanno sbattuto
ma allora per noi operai
la liberazione l’è ancora da far…

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