La donna al balcone

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Testo Della Canzone

La donna al balcone di Giorgio Gaber

di GaberLuporini

MONOLOGO

(Interno – mattino presto – L’attore è sdraiato su letto – imita una voce che gli arriva da lontano) “Aiuto, Pietro! Aiuto!” (alza la testa) Mah! (si rimette giù)
(sempre imitando) “Aiuto, Pietro!” (si mette a sedere) Ma cos’è? Chi è che si lamenta? (si guarda intorno) No, mi pare che venga da fuori. (ascolta) Ha smesso. (si sdraia)
(imitando) “Aiuto Pietro!” (si rimette a sedere – indica la finestra) E no! Questa volta sono sicuro. (si alza – va alla finestra – scosta la tenda) Non è possibile, forse mi sbaglio.
(esce sul balcone) Ma no!… C’è una donna… è proprio lì, di fronte a me, un po’ più in alto, al terzo piano… Ha scavalcato la ringhiera… Non capisco… si tiene e guarda in giù… Ma che fa?
(imitando) “Aiuto, aiuto!” Che voce strana! Non sembra neanche… (come dire: che venga da lei) È proprio lei, un lamento sordo, ripetuto, nel silenzio. Dormono ancora tutti. Solo me è riuscita a svegliare. Strano, è già chiaro. Non sapevo che facesse giorno così presto. La vedo benissimo. Possibile che si voglia buttare davvero? No, magari lo fa così per… (come dire stravaganza) La gente è strana. Carina… è anche abbastanza carina… con quella frangettina bionda… Sembra quasi una ragazzina. Quanti anni avrà? Forse più di trenta.
Ma che fa? Non capisco… Ci ha su una camicia da notte nera, un po’ corta, mi sembra… le si vedono un po’ le cosce… Ma non è questo il punto.
Quella è lì, impietrita, pazza, fra un po’ magari si butta… e io sono qui da solo. È chiaro che devo fare qualcosa. Purtroppo non sono preparato, è la prima volta che mi capita… Non me ne intendo…
Ma lei insiste: (imitando) “Aiuto, Pietro!” Cosa si fa in questi casi? Ci vorrebbe Pietro. Cosa posso fare, io? Forse le devo dire qualcosa. Ecco, sì… “Senta, signorina… Signorina!…” Non mi sente, troppo piano… Forse dovrei… (come dire gridare) E no! Perché se urlo, magari quella: PUM!!! Allora dopo è anche colpa mia.
Maledizione! Ci fosse qualcun altro… Non posso mica fare tutto io… Forse dovrei telefonare… Ma poi va a finire che proprio in quel momento… Devo stare qui per forza.
(imitando) “Aiuto! Aiuto!..” Ma perché così piano? Dovrebbe gridare, almeno qualcuno la sente. Macché, dormono tutti. (a voce alta) “Aiuto! Sta dicendo aiuto!” Oddio, non l’avrò mica spaventata? No, meno male. È lì ferma, sembra che pensi. Chissà cosa pensa?
Però ha funzionato. Devono avermi sentito. Rumore di tapparelle. Si apre una finestra, poi un’altra, un’altra ancora: è la vita! Dai, dai, bravi! Fate qualcosa. Forse ce la facciamo. Ma perché non fanno niente? Ecco, se ne sono affacciati altri. Siamo salvi!
Lei è lì, ancora immobile, con la testa in giù. Ce n’è uno anche in strada che la sta guardando. Benissimo! Forse si vedono. No, lei ha lo sguardo assente. Da un momento all’altro potrebbe spiccare il grande salto nel vuoto. Che poi non è neanche un gran salto… dal terzo piano. In certi casi bisognerebbe essere scientifici. II settimo piano dà più garanzie. Dal terzo finisce che ti rompi tutto. Non sei riuscito neanche ad ammazzarti, Pietro non ti ama… una figura di merda!
Ferma, ferma!… non muoverti che ci siamo qui noi… ferma!… Oddio, si muove. Alza la testa lentamente. Ora è alla mia altezza. Mi guarda… o è una mia impressione? No, mi guarda davvero. Ma perché proprio me? Non sono mica Pietro. Che faccio? Non devo avere l’aria di essere preoccupato. Forse un gesto affettuoso… (la saluta con la mano) Niente… (le fa qualche gesto d’incoraggiamento) Oddio, mi sorride… mi sorride. La salvo, sì, sono io il suo salvatore…
(imitando) “Aiuto Pietro!” Non c’è niente da fare: questa vuole Pietro. Di me non gliene frega niente.
Ora tutte le finestre sono gremite di gente insonnolita e curiosa. Per strada c’è già una piccola folla che attende, cogli occhi sgranati verso l’alto. È lei la vera protagonista. È il suo momento di gloria… col suo pubblico… tutti lì ai suoi piedi. Tutti, tranne Pietro che chissà dov’è!…
Si sentono le sirene. È arrivata l’ambulanza, sono arrivati anche i pompieri. Si fanno largo tra la folla. Danno un’occhiata verso l’alto, un’occhiata rapida ma esperta. Loro hanno già capito che non si butterà mai. Cosa vuol dire l’esperienza!… Srotolano comunque un telo di salvataggio fra gli sguardi ammirati di tutti. Lo sanno, i pompieri, di essere belli e agili, con le loro figure statuarie. Due di loro compaiono ai balcone di lei e la prendono dolcemente. Nessuna resistenza. Averlo saputo!…
Ora la donna con la sua frangetta bionda è già in strada stesa su un lettino. Passa in mezzo alla gente. Tutti la guardano incuriositi. Non si capisce bene se sono sollevati, o se si aspettavano di più.
Ecco, per un attimo la vedo benissimo anch’io, proprio nel momento in cui sparisce nell’ambulanza.
Che paura, però!… Be’, meno male. (rientra in casa) Ora potrei anche ridormire un po’… Poveretta! Chissà cosa ci aveva dentro per arrivare a quel punto lì… e poi non farlo. Possibile che non si riesca mai a fare un gesto…
Ecco, forse l’unica miseria è proprio che la miseria non riesce mai ad aprirsi un varco.
(con risentimento crescente) Ma cosa sarà stato poi questo suo dolore? No, dico, tradotto in fatti… Vorrei proprio saperlo. E sì, perché poi le cose della vita sono sempre quelle: delle banalità, è chiaro, magari dolorose, ma sopportabilissime. Ci avrà avuto un amore… ma sì, una delusione… Certo, un tradimento, si sa… che poi sono le cose di tutti, per dio! No, il suo dolore è più grosso. Ma chi l’ha detto? Ce il abbiamo avute tutti, quelle storie lì… (guardando in alto verso il piano di sopra) Avanti, glielo dica lei, Martini… quando sua moglie si era innamorata di quel cretino di pittore su nella mansarda, e soffriva, si smangiava dentro. Mica si buttava di sotto, lei. E l’avvocato, giù, del primo piano, un uomo inappuntabile, perfetto: la moglie, la segretaria… e gli amici strani. E la portiera? La portiera che andava a letto con l’elettricista quando il marito faceva i turni di notte. Lei se li è tenuti per sé, i suoi casini, lei che sapeva tutto di tutti! Cosa doveva fare? La conferenza stampa? Doveva buttarsi dalla finestra? Non poteva, va be’, sta al pian terreno… Ma gli altri, tutti gli altri, cosa dovrebbero fare… in balìa dei loro amori assurdi… e poi i dolori, gonfiati, isterici, esagerati! PUM!… giù dalla finestra. Ogni mattino, uno: PUM!… PUM!… PUM!… Ma sì, il dramma… dai, il teatro… così non dorme più nessuno! Così non dorme più nessuno!… Che poi alla fine è solo questo, il risultato… Ecco, dimmi tu se una pazza mi deve far stare male per un’ora con le sue piccole beghe, e il tradimento, e l’amore, e… Pietro, quel deficiente!
(si calma) Star male… insomma, si fa per dire… Che poi tutto sommato cosa c’era di vero nella disperazione, nel dramma di quella ragazza lì… Forse nell’intimo non gliene importa niente a nessuno, né a lei, né a noi.
(tace – sembra che pensi – improvvisamente si mette a piangere in silenzio) (smette di piangere) Va be’, torniamo a letto… (si ferma – guarda verso il balcone – ricorda) “Aiuto, Pietro! Aiuto!”

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