La guerra di Piero

 

Album

È contenuto nei seguenti album:

1966 Tutto Fabrizio De Andrè
1968 Volume III
2005 In direzione ostinata e contraria
2008 In direzione ostinata e contraria
2008 Effedia sulla mia cattiva strada

Testo Della Canzone

La guerra di Piero di Fabrizio De Andrè

Dormi sepolto in un campo di grano
non è la rosa non è il tulipano
che ti fan veglia dall’ombra dei fossi
ma son mille papaveri rossi

lungo le sponde del mio torrente
voglio che scendano i lucci argentati
non più i cadaveri dei soldati
portati in braccio dalla corrente

così dicevi ed era inverno
e come gli altri verso l’inferno
te ne vai triste come chi deve
il vento ti sputa in faccia la neve

fermati Piero , fermati adesso
lascia che il vento ti passi un po’ addosso
dei morti in battaglia ti porti la voce
chi diede la vita ebbe in cambio una croce

ma tu no lo udisti e il tempo passava
con le stagioni a passo di giava
ed arrivasti a varcar la frontiera
in un bel giorno di primavera

e mentre marciavi con l’anima in spalle
vedesti un uomo in fondo alla valle
che aveva il tuo stesso identico umore
ma la divisa di un altro colore

sparagli Piero , sparagli ora
e dopo un colpo sparagli ancora
fino a che tu non lo vedrai esangue
cadere in terra a coprire il suo sangue

e se gli sparo in fronte o nel cuore
soltanto il tempo avrà per morire
ma il tempo a me resterà per vedere
vedere gli occhi di un uomo che muore

e mentre gli usi questa premura
quello si volta , ti vede e ha paura
ed imbracciata l’artiglieria
non ti ricambia la cortesia

cadesti in terra senza un lamento
e ti accorgesti in un solo momento
che il tempo non ti sarebbe bastato
a chiedere perdono per ogni peccato

cadesti interra senza un lamento
e ti accorgesti in un solo momento
che la tua vita finiva quel giorno
e non ci sarebbe stato un ritorno

Ninetta mia crepare di maggio
ci vuole tanto troppo coraggio
Ninetta bella dritto all’inferno
avrei preferito andarci in inverno

e mentre il grano ti stava a sentire
dentro alle mani stringevi un fucile
dentro alla bocca stringevi parole
troppo gelate per sciogliersi al sole

dormi sepolto in un campo di grano
non è la rosa non è il tulipano
che ti fan veglia dall’ombra dei fossi
ma sono mille papaveri rossi.

[nextpage title=”Accordi per chitarra”]

Accordi

 
Re-        La7                          Re-                Sol-
Do7     Fa 
Dormi sepolto in un campo di grano, non e' la rosa, non e' il tulipano


               La7                        Re-                  Sol-
La7      Re- 
che ti fan veglia dall'ombra dei fossi ma sono mille papaveri rossi. 

               La7                              Re-          Sol-
Re- 
"Lungo le sponde del mio torrente voglio che scendano i lucci
argentati, 

                  Do7            Fa                 La7
Re- 
non piu' i cadaveri dei soldati portati in braccio dalla corrente". 

           La7                 Re-               Sol-
Re-                Do7 
Cosi' dicevi ed era d'Inverno e come gli altri, verso l'inferno te ne
vai triste 

              Fa                       La7                    Re- 
come chi deve ed il vento ti sputa in faccia la neve. 

Fermati Piero, fermati adesso, lascia che il vento ti passi un po' addosso, 
dei morti in battaglia ti porti la voce, chi diede la vita ebbe in cambio una croce. 
Ma tu non lo udisti ed il tempo passava con le stagioni a passo di "java" 
ed arrivasti a varcar la frontiera in un bel giorno di Primavera. 
E mentre marciavi con l'anima in spalle vedesti un uomo in fondo alla valle 
che aveva il tuo stesso identico umore ma la divisa di un altro colore. 

Sparagli Piero, sparagli ora e dopo un colpo sparagli ancora, 
fino a che tu non lo vedrai esangue cadere in terra a coprire il suo sangue. 
"E se gli sparo in fronte o nel cuore soltanto il tempo avra' per
morire, 
ma il tempo a me restera' per vedere, vedere gli occhi d'un uomo che muore". 
E mentre gli usi questa premura quello si volta, ti vede, ha paura ed
imbracciata l'artiglieria non ti ricambia la cortesia. 

Cadesti a terra, senza un lamento e ti accorgesti in un solo momento 
che il tempo non ti sarebbe bastato a chieder perdono per ogni
peccato. 
Cadesti a terra, senza un lamento e ti accorgesti in un solo momento 
che la tua vita finiva quel giorno e non ci sarebbe stato ritorno. 
"Ninetta mia, crepare di Maggio ci vuole tanto, troppo coraggio. 
Ninetta bella diritto all'Inferno avrei preferito andarci in Inverno".

E mentre il grano ti stava a sentire dentro le mani stringevi il fucile, 
dentro la bocca stringevi parole troppo gelate per sciogliersi al sole. 

Dormi sepolto in un campo di grano, non e' la rosa, non e' il tulipano

che ti fan veglia dall'ombra dei fossi ma sono mille papaveri rossi.

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