La stanza del bambino

Album

È contenuto nei seguenti album:

1999 Un’idiozia conquistata a fatica
2000 Gaber 1999-2000
2002 Un’idiozia conquistata a fatica (1997-2000)

Testo Della Canzone

La stanza del bambino di Giorgio Gaber

di GaberLuporini

MONOLOGO

Non si fuma nella stanza del bambino.
Ecco probabilmente si potrebbe immaginare pensiero allucinazione forse sogno in questo dolce chiamiamolo così mondo in questa luce si potrebbe dire morbida lenzuola rosa azzurre senza mai rompere certo, la tradizione sì, la culla apine farfalline DLIN DLON DLAN farfalline come dire, il festival sì, del Giappone – e poi ciucci tettarelle peluches GMEH GMEH i peluches e il latte l’odorino la cacca che in genere fa diciamo così schifo ipotesi cancellata meravigliosa morbida giallina complimenti.
Rieccola la stanza sì, del bambino sempre uguale no, diversa un lettino con le sbarre certo, movibili un girello un passeggino due passeggini non si sa mai la carrozzina, già, è vero, la carrozzina cabriolet ipotesi cancellata ombrellino cappottino salopette scarpette n° 25, 26, 27 si tiene tutto può venir buono non si sa mai e poi tute tutine con Minnie – Pluto Topolino Ronaldo…. Ronaldo! e poi casine castelli fortini soldatini e ‘pasol’, ‘pasol’, ‘pasol’, voglio dire puzzle, puzzle, puzzle.
E poi la stanza sì, del bambino certo, invasione i parenti gli zii i cugini i cugini dei cugini senza offesa mai visti ammiccamenti – paroline risatine smorfie scimmiesche del bambino ipotesi cancellata degli adulti vocine strane affettate anche il nonno diciamo così vecchio stile sì, il notaio CIP CIP CIP PIO PIO PIO la bocchina sì, a culo s’avvicina pernacchietta pernacchietta bis ha detto mamma! ha detto mamma! ipotesi cancellata ha detto UÀ UÀ geniale.
E poi ancora la stanza sì, del bambino cambiata certo, col tempo giochi giochini un mese una settimana il giorno dopo già scordati abbandonati una montagna voglio dire un cimitero braccia gambe calpestate diciamo così mai più usate inutili disgustose sazietà – opulenza nausea sì, chiamiamola proprio così nausea.
Ecco probabilmente si potrebbe immaginare in questo assurdo chiamiamolo così – mondo – pensiero allucinazione forse sogno lampo improvviso canzone gioco di bambini oggetti oggettini rifiutati sì, con violenza grande fuoco incendio sì, doloso in questo lurido chiamiamolo così mondo grande fuoco grande fuoco incendio gioco di bambini intuizione precoce purificazione situazione mondo certo, immaginiamo tutta quella roba che brucia brucia brucia fazzoletti pannolini omogeneizzati pupazzi, pupazzetti trenini carrozzine Barbie Mazzinga altri mostri certo, un sogno meraviglioso impossibile mai sognato invasione tutto qui – macchinine pile luci suonini cani gatti coniglietti coccodrillini robottini e ancora Barbie Barbie che lava che stira che si spoglia Barbie che piscia che caga e spade corazze razzi kalashnikov che sparano uccidono distruggono e mostri mostri orrendi di plastica lucidi argentati spaventosi e tutta tutta quella valanga di merda che farebbe diventare diciamo così imbecille anche il giovane Albert Einstein.
Però non si fuma nella stanza del bambino.

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