di
Maria Rosaria Longobardi
Nel paese delle streghe
è sempre il tempo delle spighe,
spighe di grano,
spighe al sole,
spighe,spighe,
per chi ne vuole!
Con i chicchi delle spighe
le streghe preparano
filtri d’amore,
li pestano bene,
li seccano al sole,
li uniscono poi a petali di viole,
di girasole,di ciliegio,
di genziana, di margherita,
di biancospino,di ciclamino
e a questo impasto
aggiungono tosto
sangue di rospo ,
cuor di cerbiatto ,
lingua di gatto,
ali di pipistrello,
dente di drago
ed infine acqua di lago.
Macinano bene coi loro frantoi,
e i filtri son pronti ,
son pronti per noi !
La pozione non ha scadenza,
potrai farla bere anche a distanza ,
anzi , più tardi lei si berrà
più l’effetto ci sarà.
Le streghe non hanno bacchette ,
non sono graziose come le fate,
son d’aspetto assai curiose ,
naso lungo , bocca stretta ,
occhi vicini , da civetta.
Cavalcan le scope ,
da mattina a sera ,
si ferman nel bosco
nella notte nera
e con le loro colleghe fino all’alba
danzano il sabba,
il ballo delle streghe.