Di
Gino Striuli
Balli e canti senza fine
porta seco il Carnevale;
quante liete mascherine
per le piazze o per le sale!
Arlecchino ha un bel vestito
fatto con l’arcobaleno;
salta e canta divertito,
sempre docile e sereno;
ma Brighella, che fa il bullo,
pronto ognora ad imbrogliare,
va cercando qualche qualche grullo
che si lasci abbindolare;
e ti trova Pantalone,
pien d’acciacchi da non dire:
gli propina acqua e limone..
e gli scrocca mille lire.
Viene avanti Stenterello
elegante, col codino:
ciarla al pari d’un fringuello..
Sfido, io: è fiorentino!
Colombina, lingua sciolta,
in tantino impertinente,
passa franca e disinvolta
civettando con la gente.
Ma Rosaura, timidetta,
gli occhi onesti intorno gira;
ella no. non è civetta;
per Florindo sol sospira.
Balanzone, bolognese,
vuol che ognun gli faccia inchino..
Accipicchia, che pretese
perchè mastica il latino!
Su una nera carrozzella,
frusta come un’anticaglia,
ora viene Pulcinella
che borbotta con Tartaglia.