di
Gaber –
Luporini
Occhio, cuore, cervello.
Occhio, cuore, cervello.
Guardare una farfalla
guardare da vicino le sue antenne e le sue ali
lei freme appena, è quasi sera, è primavera e siamo soli.
Ora si muove piano
sta per andare via
ora la vedo in cielo allucinato dal suo volo
come un antico amante tutto preso dal presente
in attesa di un barlume di coscienza.
Trovarsi d’improvviso nelle strade di una città
trovarsi in mezzo al mondo per spiare
le sue segrete circonvoluzioni, le intenzioni, la sua verità
provare un senso di piacere che non si può capire
davanti a un viso che si specchia nel cristallo
di un grattacielo irriverente, in qualche modo bello
in attesa di un barlume di coscienza.
Occhio, cuore, cervello.
Occhio, cuore, cervello.
Il percorso normale della conoscenza
è come non lo usassimo più
il percorso del pensiero
che ogni giorno diventa più avaro.
Ma il destino di ogni ignoranza è un’inconscia euforia
che assomiglia a una strana, fortissima voglia di vivere
in attesa di un barlume di coscienza.
Occhio, cuore, cervello.
Occhio, cuore, cervello.
Entrare la sera in un teatro
la luce si è abbassata, c’è quell’attimo di attesa
si parla piano, c’è un momento di abbandono, sta per nascere qualcosa
gustare ogni parola, ogni momento
per riscoprire sensazioni misteriose, voglio dire quelle cose
che ci danno nutrimento.
Goldoni, Shakespeare, Pirandello
e poi il concerto, la commedia, le canzoni
si prende tutto e poi si vive, vive, vive
circondati da emozioni
in attesa di un barlume di coscienza.
Occhio, cuore, cervello.
Occhio, cuore, cervello.
Occhio, cuore, cervello.
Occhio, cuore, cervello.