Parodia di
I giardini di marzo di
Lucio Battisti
II carretto gridava e quell’uomo gridava… porchetta!
Io la prego signor porchettaro, me ne dia una… fetta.
Me ce metta anche un poco di crosta dentro quella… rosetta.
Porchettaro faccia pure con calma tanto io non ho… fretta.
Non vorrei scaturisse tra di noi anche un po’ di… maretta.
Parla bene lei signor porchettaro,
ma davanti alla sua affermazione perentoria io resto certo sgomento…
Non mi dica, la prego,
che quel collare di carne che rischia quasi di soffocarla non risponde al nome di doppiomento…
Mentre io come può ben vedere, sono così magro, privo di consistenza e peso specifico tanto che se s’arza me se incolla pure lu vento…
Porchettaro, già dal primo sguardo avevo intuito il suo buon cuore,
il suo altruismo e non di meno la sua cortesia…
Lei non è certo come tutti quegli italiani che ti dicono
“Povero ragazzo, da dove vieni?”, poi un calcio in culo e via…
Quindi grazie lo stesso,
vorrà dire che mi nutrirò di bacche avvelenate, zanzare, mosche e pappataci,
che incontrerò lungo questa mia breve agonia…
Se gentilmente
volesse lasciarmi l’indirizzo di questo simpatico chiosco ambulante,
mi adoprerò affinchè le giunga una cartolina con annessa mina antiuomo
del tipo di quelle che ci avete mandato in Albania…