di
Susanna Parigi
Se io avessi un figlio gli direi:” Non importa dove sei cresciuto,
non importa quale padre o quale madre, conta solo la tua intelligenza.
Non importa la bellezza o la ricchezza, la potenza è una gatta
che è fedele solamente a se stessa
e cambia padrone molto in fretta”.
Ma non ci credo, forse gli direi :-“ Non credermi”.
Voglia di toccarlo piano e di sfiorarlo, così tenero e indifeso,
e di dirgli:-“ No, non sarai mai solo”.
Poi vederlo sbadigliare e mentre si addormenta piccolo e prezioso
raccontargli un mondo antico, di un mare blu ed un cielo azzurro.
Ma non ci credo. Forse gli direi:-“ Non credermi”.
Ma non ci credo. Forse gli direi:-“ Non credermi”.
Lui correrebbe verso il mare traballante, io lo guarderei giocare.
Vorrei vedere solo questo, e non pensare
che non saprei che cosa dirgli, non saprei come spiegargli
in cosa credere.
Qualche volta sembra che la vita intorno corra tanto in fretta
che le gambe non resistono. E ti nascondi.
Puoi dormire giorni e giorni per la paura di svegliarti
e intanto cresci.
Forse gli direi:-“ Non credermi”.
C’è un passato invadente e testardo che è stampato negli occhi,
per sempre.
C’è che nasce troppo bene e c’è chi nasce dove il male fa più male,
nel profondo io vorrei salvarlo dalla vita, io vorrei,
vorrei dargli di più, e,ora lo so
dirgli di amare la vita più forte che può.
E con un gioco di parole dirgli :-“ Esiste il nero e il bianco
e anche più di questo. Basta cercare.
Avrai senz’altro un sogno ed una meta
e sarà lungo il tuo viaggio per arrivare.
Ma non distrarti per la strada, perché ogni cosa vista
in questo lungo viaggio è la tua vita”.
Lui correrebbe verso il mare traballante,
io lo guarderei giocare e poi cantare
