(Feat.
Gegè Telesforo,
Enzo Jannacci)
Muti e rassegnati
le spine qua e i nonni di là
crani ben rapati
Babele di paesi e città
Catenina in bocca
in fila per la radiografia
quale letto tocca
il battaglione la compagnia
Divise enormi scarponi
la piastrina l’armadietto
là in mezzo ai commilitoni
quello col berretto io
Ce ne stiamo tutti così (cosi così così)
dritti contro il muro in mutande
a rispondere signorsì (signorsì gnorsì gnorsì)
e a sbirciare tra tutti chi ce l’ha più grande
Giù dalle brande fa il caporalmaggiore
tutti in riga a gridare sissignore
tutti all’alba a svegliarci dal torpore
tutti in marcia a crepare di sudore
tutti in doccia a lavarci dal fetore
Pentole e patate
sbobbe di purè
rancio e camerate
turni di corvè
Sghignazzi di gavettoni
pulizia delle latrine
telefonate a gettoni
ma quand’è la fine qui
Ci muoviamo tutti costì (costì costì costì)
zombie sul percorso di guerra
con l’elmetto un po’ per così (così così così)
e la faccia a culo di chi sta a faccia a terra
Su e ti sferra un comando il signor maggiore
tutti insieme a sparare nel fragore
tutti in guardia a tremare di terrore
tutti in mensa a ingoiare un malumore
tutti in branda a pensare a qualche amore
Spengono la luce come nei pollai
resto in controluce e tu cosa fai?
Attenti riposo in piedi seduti
attenti riposo seduti in piè