(di
Michele Porru e
Marco Tansini)
Miki
Come un gabbiano sopra un filo di mare,
come foglia che si è fatta trasportare,
come la pioggia nei giorni di sole
sono arrivato qui.
E tu mi chiedi dei miei occhi lontani,
delle mie partenze, dei miei gusti strani,
sfiori il segreto dei miei misteri,
ti chiedi cosa c’è.
Dietro questa immagine
c’è che sono, sono, sono così.
Straniero,
vengo da lontano e nessuno lo sa,
mi credi?
Straniero,
stella senza cielo che poi se ne va,
mi vedi?
Tu rimani un brivido,
ma il mio mondo, certo, è molto di più.
Straniero
anche al tuo respiro e a questa città,
ci credi?
Straniero,
vengo da lontano, oh…
Mi guardi appena e sai che mi hai perso,
che ti resterà di me il sapore intenso
di queste labbra senza parole
ancora su di te.
Sì, lo so, mancherebbe qualcuno al mio fianco,
qualche storia certa da tenermi accanto,
la sicurezza di un tiepido amore,
lo sai non fa per me.
Dietro questa immagine
c’è che sono, sono, sono così.
Straniero,
vengo da lontano e nessuno lo sa,
mi credi?
Straniero,
stella senza cielo che poi se ne va,
mi vedi?
Tu rimani un brivido,
ma il mio mondo, certo, è molto di più.
Straniero
anche al tuo respiro e a questa città,
mi credi?
Straniero,
vengo da lontano e nessuno lo sa,
mi vedi?
Dietro questa immagine
c’è che sono, sono, sono così.
Straniero, straniero,
straniero, straniero.