Gianni Rodari
Signori e buona gente,
venite ad ascoltare:
un caso sorprendente
andremo a raccontare.
È successo a Milano
e tratta di un dottore
che è caduto nel video
del suo televisore.
Con qualsiasi tempo,
ad ogni trasmissione
egli stava in poltrona
a guardare la televisione.
Incurante dei figli
e della vecchia mamma
dalle sedici a mezzanotte
non perdeva neanche programma
Riviste telegiornali,
canzoni oppure balli
romanzi oppur commedie,
telefilm ed intervalli.
Tutto ammirava tutto
per lui faceva brodo
nella telepoltrona
piantato come un chiodo.
Ma un dì per incantesimo
o per malattia (che ne dite?
non può darsi che avesse
la televisionite?)
durante un intervallo
con la fontana di Palermo
decollò dalla poltrona
e cadde nel teleschermo
Ora è là in mezzo alla vasca
che sta per affogare:
parenti, amici in lacrime
lo vorrebbero aiutare.
Chi lo tira per la cravatta
chi lo prende per il naso
non c’è verso di risolvere
il drammatico telecaso.
Andrà in Eurovisione?
Diventerà pastore
di quei greggi di pecore
che sfilano per ore?
Riceverà i malati
da quella scatoletta?
Come farà dopo la visita
a scrivere la ricetta?
Ma tra poco, purtroppo
la trasmissione finisce:
e se il video si spegne
il misero dove finisce?
Fortuna che il suo figliuolo
studioso di magnetismo
per ripescarlo escogita
un abile meccanismo.
Compra un altro televisore
e glielo mette davanti
il dottore ci si specchia
e dopo poco istanti
per forza d’attrazione
schizza fuori da quello vecchio
e già sta per tuffarsi
nel secondo apparecchio.
Ma nel momento preciso
che galleggia nell’aria
più ù veloce di gabbiano
o nave interplanetaria,
il figlio elettrotecnico
svelto di mano e di mente,
spegne i due televisori
contemporaneamente
Cade il dottore per terra
un bernoccolo si fa:
meglio cento bernoccoli
che perdere la libertà.