(di
Massimo Zamboni)
Si dice in giro che da qualche parte
un’apertura spaccherà questa terra in 2
in 4 in 6 in miliardi forse di piccoli pezzi
bisogna stare tutti attenti, all’erta,
pronti per saltare ogni fessura
che tra i piedi si aprirà in una notte scura.
Tenete pronte tutte le armi,
chi ha le pistole le carichi
chi ha i coltelli li lucidi
chi ha parole si metta davanti allo specchio
a provare che cosa dire, che cosa dire
per colpire.
Non si può stare sicuri mai
non si può stare sicuri mai
nemmeno se non pretendi niente
nemmeno se ti tiri fuori.
Si dice in giro che non avvertirà nessuno
sembrerà una giornata di sole improvvisa
in un inverno gelido
Condotti da fragili desideri
tra puro movimento ed immoto
con sospetti automatiche simpatie
nel bel mezzo del progresso
di diversi colori tra i quali
il nero il verde il moderno
tifiamo rivolta, tifiamo rivolta, tifiamo rivolta
Miliardi di ossa di occhi perduti
in queste città immense
in queste montagne senza padroni
senza niente con le braccia aperte
e un grido sarà un richiamo d’amore,
dalle orecchie potrai sentirne il dolore
come, come se fosse in te io non sono più in me
tu non sei più in te
non c’è bisogno di te non c’è bisogno di me
neanche te di me.
Nell’era democratica simmetriche luci gialle
e luoghi di concentrazione
nell’era democratica
nell’era democratica strade lucide di pioggia
splende il sole fa il bel tempo
nell’era democratica
mi ricordo di discorsi
belli tondi ragionevoli
belli tondi ragionevoli
mi ricordo di discorsi
trafitta sono, trapassata dal futuro
cerco una persona cerco una persona
fragili desideri fragili desideri fragili desideri
a volte indispensabili
a volte no
a volte no