Ballata degli impiccati

Album

È contenuto nei seguenti album:
1968 Tutti morimmo a stento

Testo Della Canzone

Ballata degli impiccati di Fabrizio De Andrè

Tutti morimmo a stento
ingoiando l’ultima voce
tirando calci al vento
vedemmo sfumare la luce.

L’urlo travolse il sole
l’aria divenne stretta
cristalli di parole
l’ultima bestemmia detta.

Prima che fosse finita
ricordammo a chi vive ancora
che il prezzo fu la vita
per il male fatto in un’ora.

Poi scivolammo nel gelo
di una morte senza abbandono
recitando l’antico credo
di chi muore senza perdono.

Chi derise la nostra sconfitta
e l’estrema vergogna ed il modo
soffocato da identica stretta
impari a conoscere il nodo.

Chi la terra ci sparse sull’ossa
e riprese tranquillo il cammino
giunga anch’egli stravolto alla fossa
con la nebbia del primo mattino.

La donna che celò in un sorriso
il disagio di darci memoria
ritrovi ogni notte sul viso
un insulto del tempo e una scoria.

Coltiviamo per tutti un rancore
che ha l’odore del sangue rappreso
ciò che allora chiamammo dolore
è soltanto un discorso sospeso.

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Accordi

 
Em                  Am
Tutti morimmo a stento 

                     Em
ingoiando l'ultima voce 

                    D
tirando calci al vento 

                     Em
vedemmo sfumare la luce. 

                   Am
L'urlo travolse il sole 

                    Em
l'aria divenne stretta 

                 D
cristalli di parole 

                      Em
l'ultima bestemmia detta. 

                    Am
Prima che fosse finita 

                          Em
ricordammo a chi vive ancora 

                      D
che il prezzo fu la vita 

                         Em
per il male fatto in un'ora. 

Poi scivolammo nel gelo 

Am
di una morte senza abbandono 

Em                    D
recitando l'antico credo 

di chi muore senza perdono. 

Em                          Am
Chi derise la nostra sconfitta 

                             Em
e l'estrema vergogna ed il modo 

                           D
soffocato da identica stretta 

                        Em
impari a conoscere il nodo. 

Chi la terra ci sparse sull'ossa 

Am
e riprese tranquillo il cammino 

Em                              D
giunga anch'egli stravolto alla fossa 

con la nebbia del primo mattino. 

Em                      Am
La donna che celò in un sorriso 

                        Em
il disagio di darci memoria 

                       D
ritrovi ogni notte sul viso 

                           Em
un insulto del tempo e una scoria. 

                        Am
Coltiviamo per tutti un rancore 

                                Em
che ha l'odore del sangue rappreso 

                           D
ciò che allora chiamammo dolore 

                            Em Am
è soltanto un discorso sospeso.


Em D Em Am Em D Em Am Em D ? Em Am Em D Em Am Em D Em Am Em D Em

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