Bramarti – Degà Testo della canzone

Il Testo della canzone di:
Bramarti – Degà

Hai mai letto "Il vecchio e il mare"
della guerra in Jugoslavia, della Russia e Dostoevskij,
di Shakespeare ballare con i teschi
essere o non essere dietro il complicato desiderio
di decifrarti, di impararti, di studiarti, analizzarti,
sorreggere le tue stupide ipocondrie,
io un libro da completare prima di sera e prima che ti faccia seria
e le domeniche passate a guardarti come una trottola nel vuoto a girare
e gli occhi fissi a ragionare,
mi appassiono ad immaginare la retorica dei Magni Greci,
la voce calda dei poeti e le battaglie degli Spartani e le loro conquiste
ma non riuscivo a negare al mondo che volevo conquistare te.

E lasciami il tempo di studiare l'istante della tua bocca,
la curva attonita della tua schiena, la volta tonda del tuo sedere
fallo ancora un'altra volta e non sia l'ultima volta.

Paradisi artificiali dei poeti maledetti
quelli sì, me li son letti
stesi sul letto a contemplare il fumo nella stanza
annullavo ogni distanza
e le domeniche passate a bramarti come una pagina nel fuoco a bruciare
e gli occhi fissi a romanzare, io non voglio più cadere
l'ho sentita sussurrare la tua voce farsi miele
non ho più voglia di studiare, farlo ancora male
non mi appassiono ad immaginare la retorica dei Magni Greci.

E lasciami il tempo di studiare l'istante della tua bocca,
la curva attonita della tua schiena, la volta tonda del tuo sedere
fallo ancora un'altra volta e non sia l'ultima volta.

E lasciami il tempo di studiare l'istante della tua bocca,
la curva attonita della tua schiena, la volta tonda del tuo sedere
fallo ancora un'altra volta e non sia l'ultima volta.

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