Il Testo della canzone di:
Caccia alle streghe – Maurizio Vizzino
Era l’ubriacone del paese, partiva la mattina per rincorrere le streghe
Ma la Chiesa della pubblica invettiva lo giudicava eretico anche col forcone in mano
Elemosina pietà lungo le strade, non perché lo voglia ma per quello che pensate:
Io ho una meta, lui non sa dove cammina, ma gli frenerà l’invidia questa vecchia monetina.
Poveretto, perché stende la sua giacca lungo una panchina o in quella lurida baracca?
Non è vero che non trovo la mia casa, la trovo troppo spesso ad ogni angolo di strada
Poveretto, perché compra due cravatte quando a metà prezzo trova un paio di ciabatte?
I miei piedi non cercano approvazione ma la barba da leone vuole essere elegante
Perché il suolo si accontenta della pelle però tutta questa gente vuole un viso più arrogante
E ora galleggia per la marea tra le correnti dei mari del sud
Chi l’avesse ucciso non si sapeva ma ora in città ne parlan di più:
È stata la lama di chi non sorrideva senza un pretesto per chieder di più
È stata la lama di chi non piangeva a trascinarlo fra i mari del sud.
Raggiungeva un casolare abbandonato e lascava un fuocherello a marinare qualche scarto
Poi sognava il Mississipi sotto al cielo sorseggiando lentamente un nuovo Tavernello bianco
C’era chi acciaccava le sue scarpe e chi se lo accarezzava verso qualche remissione:
In questa vita ho lavorato tra i dannati ma una vecchia monetina potrà darmi la pensione.
Poveretto, non ha neanche una famiglia, tra la fame e l’alcolismo non se la permetterebbe...
Ho preferito il tasso alcolico ad un figlio per paura che negli incubi trovasse le mie occhiaie
Ho preferito il tasso alcolico ad un figlio per paura che guardandomi lui si terrorizzasse
Ho preferito il tasso alcolico a una moglie per paura di lasciarla sola ancora con le doglie
Ho preferito il tasso alcolico a una figlia per paura del mio vizio e che anche lei lo preferisca
Che bastardo, lui si compra il vino rosso quando a metà prezzo trova un pacco di prosciutto
Il cicchetto mi rilassa e se ci muoio vuol dire che devo farlo, e voglio farlo stando calmo
In questi anni mi si è spenta la passione e tra fame ed occhi gonfi blocco la lacrimazione
E ora galleggia per la marea tra le correnti dei mari del sud
Chi l’avesse ucciso non si sapeva ma ora in città ne parlan di più
È stata la fame a riempirgli la pancia da vino d’annata ad acqua salata
È stata la fame a svuotargli la pancia chiedendo pazienza e rubando la mancia
È stata la lama di chi non piangeva a dargli la fame e a svuotargli le braccia
È stata la lama di chi piangeva a gettarlo nel mare e a darlo alla risacca.
Sono l’ubriacone del paese, è da tutta la vita che rincorro queste streghe
E della Chiesa della pubblica invettiva fingo non mi importi inseguendo la natura
Ma alla Chiesa della pubblica invettiva sarei molto più grato se mi desse una cabina
Ma alla Chiesa della pubblica invettiva sarei molto più grato se mi desse un’altra vita
E ora galleggia per la marea tra le correnti dei mari del sud
Chi l’avesse ucciso non si sapeva ma ora in città ne parlan di più...
E ora galleggia per la marea tra le correnti dei mari del sud
È stata la lama di chi piangeva e anche senza bicchiere non pianse mai più
Anche senza bicchiere non pianse mai più...
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