Concerto Delle Menti – Pholas Dactylus Testo della canzone

Il Testo della canzone di:
Concerto Delle Menti – Pholas Dactylus

Minuscole creature marine ti coprivano
Componendo sul tuo corpo un molle tappeto brulicante di vita
Vita che abbandonava lentamente le tue membra ed i tuoi polmoni
Spossati nell'angoscia di non poter respirare...
Quando, ad un tratto, una tenue luminosità ha preso forma
In fondo al nero gorgo della paura
Un giglio candido e abbagliante, che accecava la coscienza
Ricoprendola di bagliori rossastri e violacei
Poi... alla velocità che solo il pensiero sa avere
Qualcuno o qualcosa mi scagliò lontano...
Tanto lontano, in un deserto di perle nere

Il tempo e lo spazio non ci son più!
Il tempo e lo spazio non ci son più!

Il tempo e lo spazio non ci son più!
Il tempo e lo spazio non ci son più!

Quaggiù, in riva a questo mare, c'è un vecchio con la barba grigia
Che raccoglie i rifiuti, senza mai dire una sola parola
C'è anche un bimbo di pietra, che lo sta a guardare silenzioso
Senza versare lacrime di cristallo

In questo mare c'è l'odore della nafta
Che macchia la superficie calma dell'acqua
Luccicante nei colori dello spettro solare

In questo mare privo di vento
Esistono tante cose inutili
Esiste un'asta di metallo
Che nessuno ha mai osato toccare
E tanti sporchi relitti
Coperti di rifiuti che non puzzano

In questa spiaggia, da quel mare
Dove ogni granello di sabbia ha già scritto un suo libro
Udii pregare un monaco rosso
Dall'alto di un pulpito retto da colonne di onice e legno

In questa spiaggia, da quel mare
Giunse un giorno una bambina verde
Aveva visto alberi verdi, notti verdi ed aveva ricordi verdi...
Sempre nel verde, si perdette

Dietro persiane nere, vidi il mare
La spiaggia piena di rifiuti
E la bambina verde muoversi e danzare
Come una cosa sola

Ritornai dopo secoli in quella spiaggia
Dove le navi non possono fare scalo
E vi trovai un bimbo di pietra con un braccio spezzato...
E glielo avete spezzato voi!
Mi raccontò delle stragi di colombe bianche, nelle mattine d'agosto
Mi raccontò della pelle umana stesa ad asciugare al sole
Mi raccontò della caduta del fall-out e della polvere bianca
Che ingessava gli occhi alle bimbe verdi di una madre di pietra

E intanto il suo occhio, sopra le ceneri colme di larve, uccide, uccide e uccide
Uccide, uccide senza pietà alcuna, senza un solo attimo di sosta
Poi raccoglie i corpi e li butta nell'abisso che tutto brucia da duemila anni ormai
Poi nuove vite, nuovi corpi, nuove menti riempiranno la nuova terra
Poi i demoni vestiti di bianco vi spanderanno sopra nuova luce, luce d'altri mondi
Anime dannate dal cosmo... per sempre impresse sulla fronte di...

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