di: (
Adriano Celentano – Marco Vaccaro)
Mina &
Adriano Celentano
– Mina – 1998 Mina Celentano
LUI:
So già cosa pensi
quando mi guardi un po’ così
con quel muso
che non sai nemmeno tu…
Io so
forse ho sbagliato io
Io so
sai meglio tu
e non hai bisogno
di parlare tu
di quel che ci dice
niente ti va
Io so
l’amore che tu dai ha già
il tuo parlare
se io ti amassi come sei
capace di amare tu
anch’io, come te,
vorrei non parlare più
ma io sono un uomo
e la saggezza che hai tu
non l’avrà mai
e se fra di noi una bestia c’è
Io so
di certo non sai tu
ma io
io ringhio più di te…
Tu non chiedi mai
e speri che
dalla tavola
cada per te
qualche briciola
LEI:
Bei tempi quel giorno che sei apparso…
dalla strada mi togliesti
eran giorni sofferenti
vagavo randagia senza pane
e senza vestiti
in cerca di rifiuti
o di qualche topo da metter
sotto i denti
e tu per la gioia del tuo cuore
innamorato
mi chiamasti come lei
e così fui
battezzata col nome dei tuoi guai…
Dolly.
Eran finiti finalmente
i giorni della fame
e passeggiando per il corso con voi due
mi sentivo la più bella del bestiame…
mi sentivo
mi sentivo
da tutti ammirata
e onorata con voi due
mi sentivo
LUI:
Mia cara Dolly
lo sai che noi non siamo umani
umani come te
l’amore che c’è in noi,
è un’idea
soltanto un’idea
LEI:
E ora, che tu sei
furente contro di lei
e appassito perché ti ha lasciato
vorresti cambiarmi il nome
ecco perché è giusto che io non parli
a cosa servirebbero le parole
il tuo è un mondo sordo
fatto di governi criminali
che con la scusa
di fare ordine si divertono
a uccidere gli uomini
con la pena di morte
e ora tu vuoi da me
parole di vendetta che io non ho
perché sono un cane
ma i cani amano…
amano
anche se li abbandoni