di
Trilussa
Ner mejo che un signore e ‘na signora,
marito e moje, staveno sdrajati
su la riva der mare, scappò fora
un Coccodrillo co’ la bocca aperta
e l’occhi spaventati.
La moje, ch’era sverta,
s’aggiustò li riccetti e scappò via:
mentre ch’er Coccodrillo, inviperito,
se masticava er povero marito
come magnasse un pollo all’osteria.
Siccome er Coccodrillo, per natura,
magna l’omo eppoi piagne, puro quello
se mise a piagne come ‘na cratura.
Ogni cinque minuti
ciaripensava come li cornuti
e risbottava un antro piantarello.
Tanto ch’er giorno appresso, a l’istess’ora,
ner rivedé la povera signora
riprincipiò le lagrime e li lagni;
sperava forse che s’intenerisse:
ma invece, sì! La vedova je disse:
Dio mio, quanto sei scemo! Ancora piagni?