EVEREST – Amerigo Verardi Testo della canzone

Il Testo della canzone di:
EVEREST – Amerigo Verardi

Troppo fragile per mamma
eterna incompiuta per papà
senza un filo di ambizione
troppo ambigua per la società
ma fatto sta che dentro la sua stanza
Maila ormai non c’era più
troppo giovane sembrava
per lasciare quel biglietto che diceva
“perdonatemi per questo,
è solo che ho seguito il sacro che era in me.
Addio”

Era appena l’alba quando lasciò la città
nove giorni e nove notti
in viaggio verso il Nepal
per restare sola e non parlare
per essere da sola e percepire il desiderio mistico
che sale in cima al monte Everest
fra i pensieri bianchi come il latte
ai piedi dell’Everest con la gioia bambina dentro il petto
guardare l’Everest come fosse l’origine di tutto
in cima all’Everest
perché tutto appare eterno
agli occhi di certi figli fragili ed incompiuti.

Ma dopo un anno diventò assordante
quel silenzio intorno a lei
le visioni mistiche sfumarono in sottili nostalgie
non le mancavano quelle abitudini da bestie di città
piuttosto le mancava l’arte di soffiare amore
verso chi respirava intorno a lei
l’amore per gli uomini che era in lei
e l’amore per le donne
cominciava a maturare già il discorso alla montagna
“perdonami per questo,
è solo che inseguivo il sacro che era già in me”

Everest fra i pensieri bianchi come il latte
ai piedi dell’Everest con la gioia bambina dentro il petto
guardare l’Everest come fosse l’origine di tutto
lontano dall’Everest le mancherà il freddo e il buio
ed anche il silenzio
ognuno ha scritto dentro “cosa ci sto a fare qui?”
lo sanno bene certi figli fragili ed incompiuti.

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